Botte di Capodanno, condannato il giovane che prese a pugni un intruso alla sua festa
Il ventenne era in una comitiva di amici giunti dalla Liguria a Prato Nevoso. L’improvviso arrivo di un giovane di Sanfrè, ubriaco, aveva innescato la reazioneSi è concluso con la condanna a cinque mesi di reclusione con pena sospesa e a 5mila euro di provvisionale a vantaggio della parte offesa il processo contro N.E.A., marocchino residente a Rapallo (Ge), classe 1998.
Il giovane era accusato di lesioni a seguito della denuncia presentata da un ragazzo di Sanfrè, classe 1996, preso a pugni dopo aver interrotto una cena in un residence di Prato Nevoso. La sera di Capodanno del 2018 N.E.A. e una decina di amici, tutti provenienti dalla Liguria, stavano festeggiando in un appartamento nella popolare località sciistica monregalese. Il sanfredese si era introdotto in casa in uno stato di “trance alcolica” spaventando alcuni dei presenti: una delle ragazze, in particolare, si era molto impaurita vedendo quell’estraneo aggirarsi “con gli occhi sbarrati”.
In aula l’imputato ha offerto la sua ricostruzione degli eventi: “Mi sono avvicinato a lui e gli ho chiesto se volesse mangiare con noi o andarsene. Lui non ha risposto e mi è venuto incontro, toccandosi la tasca posteriore dei pantaloni: mi sono spaventato e d’istinto gli ho dato tre o quattro pugni in faccia”. Gli stessi ospiti del residence avevano chiamato l’ambulanza e i carabinieri, soccorrendo l’aggredito che si limitava a biascicare e che in seguito avrebbe affermato di non ricordare nulla di quella notte.
Sebbene N.E.A si sia detto “molto dispiaciuto” per l’equivoco, scusandosi con il ragazzo, il mancato raggiungimento di un accordo con la parte civile ha portato alla sentenza. Per lui il pubblico ministero Raffaele Delpui aveva comunque chiesto il minimo della pena, quattro mesi, in considerazione della giovane età e del suo ravvedimento: “Un evento tragicomico se non fosse per le conseguenze subite dalla parte offesa. Il contesto di agitazione per la presenza di un estraneo non giustifica comunque la reazione dell’imputato: l’intruso non si era mostrato aggressivo ed era solo, avrebbero potuto accompagnarlo alla porta o chiamare subito i carabinieri”. L’avvocato Fabrizio Fregni, patrono di parte civile, si è associato alla richiesta di condanna stigmatizzando la “violenza incomprensibile”.
“Effettivamente tragicomica la situazione, sebbene l’offeso abbia riportato lesioni importanti” ha concordato il difensore, avvocato Marco Quadrelli: “C’era una situazione di panico, la reazione è stata esagerata ma occorre contestualizzarla trattandosi di un eccesso colposo di legittima difesa”. Il procedimento per violazione di domicilio a carico del sanfredese, avviato nella stessa circostanza, era stato in seguito archiviato per mancanza di querela.
a.c.
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