Caso De Benedetti, il legale di Salvini attacca: “Sentenza politica e pericolosa”
Nel 2018 a Dogliani l’ingegnere apostrofò il leader leghista dandogli dell’“antisemita, finanziato da Putin”. Contro l’assoluzione decisa a Cuneo è pronto il ricorsoMatteo Salvini? “Xenofobo, antisemita, antieuropeo, festeggia Orban in Ungheria, è finanziato da Putin”. Parole di Carlo De Benedetti, che gli sono valse un processo per diffamazione a Cuneo terminato ieri (martedì 15) con l’assoluzione. Il verdetto del giudice Emanuela Dufour, però, non sarà l’ultimo, dal momento che la parte civile è pronta fin d’ora ad impugnare la sentenza nei successivi gradi di giudizio.
“Dare dell’antisemita a Salvini è una infamia inaccettabile, come peraltro condiviso anche dal pm, visto che la locuzione ha un significato preciso e non è equivocabile” afferma l’avvocato Claudia Eccher, legale del leader leghista. L’ex editore di Repubblica aveva rilasciato le dichiarazioni al vetriolo durante l’edizione 2018 del Festival della Tv e dei Nuovi Media di Dogliani, nel corso di un’intervista con Lilli Gruber. Alla giornalista, che gli chiedeva di motivare le accuse di antisemitismo, De Benedetti aveva risposto: “Ho trovato dei manifesti a Milano con la mia faccia in cui si diceva che io finanziavo i barconi di immigrati che vengono in Italia, perché poi votano Pd”. Operazione che l’imprenditore avrebbe interpretato, forse, come un accostamento tra le sue simpatie politiche e le origini familiari ebraiche.
Di questi manifesti in realtà non si è parlato granché durante il processo, dove i difensori hanno insistito piuttosto sulla contiguità tra la Lega di Salvini e vari spezzoni del mondo neofascista italiano e non solo. Troppo poco, ha sostenuto il procuratore Attilio Offman, per imputare all’ex ministro dell’Interno un’accusa di quel tenore. Per questo la Procura aveva chiesto una sanzione pecuniaria di 800 euro.
Per mezzo del suo legale, invece, Salvini chiedeva un risarcimento dei danni quantificato in ben 100mila euro. Sui social del leader leghista nessun commento al verdetto sfavorevole, arrivato proprio nel giorno in cui un altro tribunale - quello di Milano - ha deciso il suo rinvio a giudizio per diffamazione nei confronti di Carola Rackete. Non usa mezzi termini il suo avvocato: “La sentenza meriterà, e lo diciamo fin da ora, appello. È una sentenza politica ed è potenzialmente pericolosa: può indurre chiunque ad adottare i medesimi comportamenti emulatori e diffamatori nei confronti di un qualsivoglia esponente politico tenuto conto che un tribunale italiano non ha ritenuto l’episodio grave e diffamatorio”.
Il giudice si è riservata novanta giorni di tempo per motivare la propria decisione, adottata con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Nessun commento ufficiale, almeno per ora, da parte degli avvocati Marco Ivaldi ed Elisabetta Rubini che hanno rappresentato De Benedetti.
Andrea Cascioli
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