Ceva, l’agenzia turistica lascia tutti a piedi: in due a processo per truffa
C’è chi è rimasto senza biglietto aereo e chi si è visto recapitare il conto dal tour operator. Ora gli ex clienti sfilano in tribunale: 'Mai avuto problemi, prima'“Mai avuto problemi, prima di allora” giurano tutti gli ex clienti de ‘I Viaggi del Paguro’, agenzia turistica di Ceva la cui titolare, la 38enne L.B., si trova ora a processo per truffa aggravata e appropriazione indebita in concorso con M.E., commercialista di Mondovì a cui viene contestata una responsabilità 'di posizione' in quanto amministratrice legale e socia dell'agenzia.
I ‘problemi’, infatti, sarebbero cominciati nell’ottobre 2016, quando chi aveva acquistato biglietti e prenotazioni alberghiere tramite ‘I Viaggi del Paguro’ o ‘È ora di viaggiare’, l’altra agenzia gestita da L.B. in paese, si è ritrovato letteralmente a piedi.
“Con la titolare avevamo un ben rapporto, ci servivamo da anni di quell’agenzia e siamo sempre stati soddisfatti. Per questo non ci siamo preoccupati” ha raccontato in aula a Cuneo uno dei clienti abituali, che aveva versato 200 euro di acconto per un paio di biglietti sulla tratta Caselle-Lamezia Terme: le prenotazioni sarebbero dovute arrivare a una misteriosa compagnia rumena, ma qualcosa aveva destato sospetti. Peccato che a quel punto non ci sarebbe più stato verso di contattare l’agenzia: “Non ho ricevuto risposte né per telefono né via mail, allora mi sono accorto che il problema non era la compagnia ma l’agenzia. I biglietti non erano mai esistiti”.
È andata peggio ancora a una coppia di cebani che voleva prenotare una vacanza a Formentera insieme ad altri amici, e che per questo aveva versato un assegno di oltre 3mila euro all’agenzia ‘È ora di viaggiare’: “Quando abbiamo saputo che il viaggio era saltato siamo andati a protestare. In agenzia hanno accampato un sacco di storie, poi ci è stato detto che, su consiglio dell’avvocato, non avrebbero rimborsato nessuno perché non gli conveniva. C’erano troppe persone coinvolte”.
Un pensionato 77enne di Garessio, cliente da vent’anni, si era visto recapitare un conto di oltre 1600 euro dal tour operator dopo appena due giorni di vacanza. Eppure il pagamento l’aveva già effettuato in agenzia, ricevendo rassicurazioni sul fatto che tutti i documenti erano in regola: “Dopo due settimane è arrivata una lettera del tour operator che mi intimava di pagare l’intero importo. Abbiamo concordato un rimborso di 800 euro e non ho nemmeno sporto querela, troppe lungaggini. Ma da L.B. non ho più saputo nulla”. L’addetta ai pagamenti della Condor, il tour operator che aveva organizzato il viaggio, ha detto di avere in effetti ricevuto indicazioni dall’agenzia per il pagamento: il conto indicato, però, era risultato intestato a un’altra persona che affermava di non avere con L.B. alcun rapporto.
Il processo è rinviato al prossimo 16 dicembre per il completamento dell’istruttoria.
a.c.
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