Due assoluzioni per il crac di un’azienda di Clavesana
Gli inquirenti ritengono che i due imputati avessero operato come ‘teste di legno’, per salvare gli amministratori dalle conseguenze di una bancarotta da 7-800mila euroSono stati assolti dal tribunale di Cuneo due imputati chiamati a rispondere di bancarotta fraudolenta e di una serie di reati fallimentari nell’ambito dell’inchiesta sul crac della Intermedia srl, società con sede a Clavesana che operava nell’abbigliamento antinfortunistico.
A.D.E e G.Z. avevano amministrato la ditta in periodi successivi sul finire del 2013, quando il dissesto finanziario era ormai profondo. Il sospetto degli inquirenti è che entrambi avessero operato come ‘teste di legno’ per consentire ai precedenti titolari della Intermedia di sfuggire alle conseguenze della bancarotta. Anche il capitano Arrigo Galvan, comandante della Guardia di Finanza di Mondovì all’epoca dell’avvio delle indagini, aveva sostenuto in aula che “il contributo al dissesto della Intermedia è solo in minima parte addebitabile ai due imputati. Il resto dipendeva dalla spregiudicata amministrazione del precedente responsabile M.V. e del consigliere C.P., ai quali gli altri due erano subentrati”.
A.D.E, in particolare, era già stato protagonista in precedenza di due subentri ‘pilotati’ in imprese dichiarate fallite ed estinte poco dopo il suo arrivo. Nel dicembre 2017 era stato arrestato insieme al consulente aziendale novarese A.S. e ad altre dodici persone al termine dell’operazione ‘Ginetto’ condotta dalle fiamme gialle di Crotone. L’inchiesta riguardava le bancarotte di almeno 34 società tra il Varesotto e la Lucchesia a partire dal 2009, che avrebbe fruttato profitti superiori al milione e mezzo di euro. Il giochino consentiva a vari imprenditori prossimi al fallimento di salvare i loro beni, mentre il prestanome di turno si immolava dietro compenso.
Anche nell’ambito dell’inchiesta monregalese il nome di A.S. ricorre come tramite tra A.D.E. e i vertici della Intermedia, rappresentati dall’amministratore C.P. di Novello e dal consigliere M.V. di Bra. Il consulente, ascoltato come testimone, ha ammesso di aver messo in contatto A.D.E. con la Intermedia ma ha negato ogni coinvolgimento personale nella successiva cessione delle quote.
Il pubblico ministero Gianluigi Datta ha chiesto la pena di un anno per A.D.E. e di sei mesi per G.Z., che aveva optato per il rito abbreviato. Le difese dei due imputati hanno rimarcato come la loro responsabilità nel crac fosse soltanto ‘nominale’: “Il curatore dice che i debiti erano maturati molto prima della cessione: si parla di un dissesto di 7-800mila euro. Strano che non siano stati chiamati a risponderne i due amministratori precedenti” ha sostenuto il difensore di A.D.E., Dora Bissoni.
Il giudice Massimo Scarabello, al termine dell’istruttoria, ha assolto entrambi.
a.c.
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