È evasa la donna condannata per l’omicidio del marito-padrone a Paroldo
Assunta Casella, 60 anni, sarebbe dovuta andare in carcere. Nel 2016 assassinò l’uomo che l’aveva ‘acquistata’ per 500mila lire in Calabria, quando aveva 14 anniNessuno sa dove sia finita Assunta Casella, la donna di 60 anni condannata nel 2017 per l’omicidio del marito 78enne, Severino Viora, trovato morto nel suo noccioleto a Paroldo l’8 giugno 2016.
Casella era stata condannata a 21 anni in appello e stava scontando la pena agli arresti domiciliari, in una casa-famiglia nella periferia di Torino. Da qui i carabinieri avrebbero dovuto trasferirla in carcere, dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dagli avvocati difensori Chiaffredo Peirone e Giuseppe Caprioli. Quando i militari sono arrivati nella struttura protetta, lei non c’era più.
Durante il processo ad Assunta Casella è emerso che la donna, di origini calabresi, era stata ‘acquistata’ dalla famiglia per cinquecentomila lire quando aveva solo 14 anni. Il marito-padrone, di diciotto anni più vecchio di lei, l’aveva portata con sé in Piemonte, sottoponendola a violenze e maltrattamenti e costringendola anche a prostituirsi.
Una vita di umiliazioni, cui la moglie ha pensato di porre fine assassinando l’anziano: dopo avergli somministrato un sonnifero, la donna lo avrebbe soffocato strangolandolo o per mezzo di un cuscino.
Al processo la donna si è sempre proclamata innocente. La Corte d’Appello, confermando la sentenza di primo grado del Tribunale di Cuneo, l’aveva condannata a 21 anni di carcere per omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. Per lei la Procura di Torino aveva chiesto l’ergastolo.
Casella aveva trascorso due anni di carcere preventivo ai domiciliari, prima nel Saluzzese e poi, da gennaio di quest’anno, nella struttura protetta dalla quale si è allontanata, rendendosi irreperibile.
a.c.
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