Freni tagliati sull’auto della ex, un giovane a processo per stalking
Tra le accuse nei suoi confronti c’è quella di aver lanciato alcuni gattini nell’abitacolo della vettura, per fare un dispetto alla ragazzaSono passati cinque anni dall’episodio, ma il titolare di un’autofficina a Magliano Alpi ricorda ancora l’intervento su una vettura recuperata a poche centinaia di metri, a causa di un malfunzionamento ai freni: “C’era un trancio netto” dice il meccanico, escludendo ogni ipotesi diversa dal sabotaggio.
Per questo e numerosi altri episodi un giovane residente a Roccaforte Mondovì, M.C., è chiamato a rispondere dell’accusa di stalking ai danni dell’ex convivente. La ragazza era appena maggiorenne quando aveva lasciato la casa della madre, per andare a vivere con il fidanzato, in vari comuni del Monregalese. Dopo due anni e mezzo la storia era finita, ma lui, afferma la ex, non se ne faceva una ragione. Dal tentativo di gettarla da un balcone fino alla persecuzione sui social e al sabotaggio ai freni della sua auto, sono molteplici le accuse formulate. Tra queste anche il lancio di alcuni gattini nell’abitacolo dell’auto parcheggiata, quello stesso giorno: “Mi sono resa conto che c’erano dei gatti nella macchina, c’era molta puzza: - ha ricordato - appena ho fatto retromarcia sono partita con i gatti, perché non sapevo cosa fare, e mi sono accorta che l’auto non frenava più”.
Lei, all’epoca, lavorava come cameriera in un locale e aveva cercato, invano, di ottenere dall’ex compagno la restituzione degli animali di cui si stava prendendo cura. Anche in merito alla custodia di un cane c’erano stati forti dissidi tra i due, ricorda la madre di lei: “Ha raccontato che lui aveva buttato il suo cane nel recinto in cui si trovava il pitbull di una sua amica, che aveva cercato di aggredirlo”. La mamma della persona offesa, in quel periodo, non aveva frequenti rapporti con la figlia: “Ci vedevamo, ma non ci parlavamo più tanto” ha spiegato, menzionando i dissapori che quella convivenza aveva creato tra loro due. Solo dopo, la figlia si era aperta con lei: “Diceva che avevano litigato, che l’aveva picchiata e aveva cercato di buttarla giù dal balcone”.
Un episodio, quest’ultimo, di cui sarebbero stati testimoni anche due amici della ragazza, oltre alla madre dell’imputato. Era accaduto, dice l’autrice della denuncia, quando lei era scappata e si era rifugiata a casa di un’amica: l’ex fidanzato, infuriato, l’avrebbe presa a calci e schiaffi per poi cercare di scaraventarla dal balcone al secondo piano. Un mese dopo sarebbe arrivata la denuncia, mentre continuavano i problemi: “Lui ha continuato a seguirmi, anche sui social: sapeva tutte le mie password e riusciva a entrare ovunque, insultandomi o scrivendo in chat su Facebook e Instagram, dove fingeva di essere me”. Solo cancellando tutti i profili, spiega lei, è riuscita a ritrovare un po’ di pace.
“Oltre al fatto che ho perso il lavoro più volte, non potevo uscire e non avevo più amici a parte mia sorella: già durante la convivenza non potevo più fare niente senza il suo consenso” afferma la giovane, non costituitasi parte civile nel processo. Un amico della coppia racconta di aver assistito a un litigio, al culmine del quale i due si erano messi le mani addosso: lei accusava lui di averle rubato dei soldi. “Lei voleva troncare, ma dopo due giorni magari andavano di nuovo d’amore e d’accordo” ricorda il testimone.
Il processo è aggiornato al 5 maggio per la prosecuzione dell’istruttoria.
Andrea Cascioli

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