Fucili e pistole sotto il letto, finisce a processo ma viene assolto
Protagonista della disavventura giudiziaria un pensionato di Saliceto. Era finito nei guai dopo che i carabinieri avevano trovato le armi (denunciate) nel cassettoneUn normale controllo dei carabinieri è finito con una denuncia e un processo penale contro un pensionato di Saliceto, accusato di omessa custodia di armi da fuoco.
Nell’agosto dello scorso anno i militari avevano rinvenuto dell’uomo una carabina, tre fucili da caccia e una pistola calibro 7,65. Tutte armi munite di regolare denuncia, ma conservate con modalità che hanno indotto le forze dell’ordine a disporne il sequestro: “Erano tenute nel cassettone sotto il letto. Tutte nelle loro custodie, non cariche, ma custodite in maniera non idonea” ha spiegato il luogotenente Simone Gemignani. Il comandante della caserma di Saliceto ha aggiunto che nell’abitazione non c’erano “armadi blindati o comunque adatti a custodire le armi”. Insieme al legittimo possessore e alla moglie, in casa vivevano anche i figli della coppia, tra cui due minorenni. Da circa un mese la famiglia si era trasferita all’interno dello stesso comune, comunicando anche lo spostamento delle armi.
“Un dato che evidenzia la condotta negligente e imprudente” ha sostenuto il pubblico ministero Alessandro Borgotallo, chiedendo la condanna dell’imputato: “Nell’arco di un mese avrebbe potuto trovare una collocazione più efficace per le armi. Erano invece poste sotto a un letto, agevolmente sollevabile da chiunque”. A carico del pensionato la pubblica accusa aveva domandato un’ammenda di 300 euro.
L’avvocato Luca Borsarelli, difensore dell’imputato, ha invece sostenuto l’insussistenza delle accuse: “Nel caso di specie non esisteva alcun pericolo. Le armi erano scariche e inservibili, nell’abitazione non sono state trovate munizioni”. Secondo quanto osservato dal legale, il principio giurisprudenziale sancito dalla Cassazione richiede di custodire le armi “con le cautele che possono esigersi da persone di normale prudenza”: dunque si richiede di occultarle “ma non di ricorrere a particolari sistemi di sicurezza”. Le armi, ha aggiunto, “non erano in bella vista e neppure in un luogo visibile a tutti”.
All’esito della breve istruttoria, il giudice Marco Toscano ha assolto l’imputato perché il fatto non sussiste.
a.c.
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