Il pitbull fa litigare i condomini, i padroni finiscono in tribunale
In due diversi processi marito e moglie sono accusati di minacce ai vicini di casa. Le liti a causa del cane: “Abbaiava troppo e girava in cortile senza museruola”Un dissidio condominiale provocato dalla presenza di un cane ha portato a due diversi procedimenti penali, per minaccia, contro una coppia di origini albanesi, residente a Carrù. E.X., il marito, è imputato in entrambi, la moglie A.Q. solo in uno. Comune è la ragione delle denunce, riguardante, appunto, la presenza di un pitbull che la coppia aveva preso con sé in appartamento, a inizio 2021.
“Il cane abbaiava soprattutto di notte e girava nel cortile senza guinzaglio e museruola” lamenta uno dei due vicini che si sono costituiti parte civile. L’altra querelante è una donna che si è in seguito trasferita insieme al figlio, a suo dire proprio a causa delle liti furibonde con la coppia: “Si sentiva tutto attraverso le porte di casa - ha raccontato il teste -, la proprietaria del cane era con la figlia piccola sulla porta e diceva che sarebbe arrivato suo marito e l’avrebbe ammazzata di botte”. In un’altra occasione, la persona offesa sarebbe stata aggredita fisicamente: “Erano sui rispettivi balconi e i due imputati insultavano la signora. Lui le diceva ‘esci che ti ammazzo di botte’ e intanto cercavano di colpirla col manico di una scopa. La situazione è andata avanti per circa due mesi e mezzo, fino a quando la signora non si è trasferita”. L’ex marito della donna, al pari di un’amica di lei, conferma di aver saputo delle tensioni: a un certo punto, riferisce, “mio figlio è venuto a stare con me, perché lì non si poteva più vivere. Per qualunque motivo le davano contro”.
Un altro vicino di casa sostiene invece che gli insulti fossero reciproci e che il cane, ai tempi ancora cucciolo, non rappresentasse un vero problema per la pace condominiale. “Ogni tanto faceva qualche guaito, ma non dava fastidio. Non ho mai sentito nessuno lamentarsi” dice il testimone, aggiungendo di non aver mai visto l’animale libero e incustodito: “C’era un recinto chiuso e autorizzato”. Nell’altro processo a carico di E.X. il proprietario di casa, suo datore di lavoro, ha fornito una versione molto differente sulle circostanze che avrebbero portato all’allontanamento della ex inquilina dal palazzo: “Non stava pagando ed era questione di tempo per lo sfratto, anche da altri inquilini avevo ricevuto lamentele su di lei”. Riguardo al cane, per contro, non sarebbero arrivate rimostranze: “Lei diceva che disturbava e abbaiava, ma ho sempre avuto un riscontro diverso dagli altri condomini. La mia idea è che, vivendo in condominio, ci si deve un po’ adattare alle persone”.
Andrea Cascioli
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