La ‘guerra degli spazzaneve’ frabosani finisce con un’assoluzione
Cade l’accusa di illecita concorrenza per un imprenditore: i titolari di un’altra ditta sostenevano che avesse minacciato un loro collaboratore dopo un appalto persoNessuna minaccia e nessun illecito nei confronti dei concorrenti: il Tribunale di Cuneo ha assolto perché il fatto non sussiste l’imprenditore frabosano C.B., accusato del reato di illecita concorrenza con minaccia.
Il procedimento nasceva dalla querela presentata nel novembre 2016 dai due titolari della ditta Costruire snc, vincitrice di tre lotti nell’appalto per lo sgombero della neve bandito dal Comune di Frabosa Sottana. L’appalto consentiva alla Costruire di assicurarsi il servizio per le quattro stagioni invernali comprese tra il 2016 e il 2019, servizio che in precedenza aveva assicurato anche C.B. con la sua ditta.
Nel corso del processo l’imputato ha ammesso di aver offeso al telefono uno dei due titolari dell’azienda concorrente, subito dopo aver appreso della sconfitta subita nella gara, ma ha negato di aver mai proferito minacce o di aver cercato di ostacolare l’assegnazione dell’appalto. I querelanti, al contrario, sostenevano che l’uomo avesse sottoposto a una vera intimidazione un loro collaboratore e suo conoscente personale, che avrebbe dovuto fornire e guidare il mezzo spazzaneve.
Di qui la contestazione del reato di illecita concorrenza, formulata dal pubblico ministero Attilio Offman: “C.B. cercò di alterare il rapporto tra un lavoratore e un’azienda concorrente, perché non accettava il fatto che questa persona, che aveva rifiutato di collaborare con lui nell’appalto precedente, avesse detto di sì alla Costruire”. Al termine di una discussione “tutt’altro che amichevole”, l’imprenditore avrebbe lasciato intendere la sua volontà di sollecitare controlli amministrativi nei confronti del lavoratore e del figlio, sollecitando in tal senso anche altre imprese che si ritenevano danneggiate. Una minaccia tanto più credibile, secondo il procuratore, per il fatto che “l’imputato, imprenditore esperto nel settore, poteva del resto indirizzare con le sue segnalazioni i controlli dello Spresal, della Polizia Stradale o della stessa Polizia Locale su quegli aspetti che riteneva essere più critici”. In concreto, questa condotta avrebbe rischiato di pregiudicare il rapporto tra la Costruire snc e la persona a cui intendevano affidarsi per lo sgombero della neve a Frabosa, prima ancora che venisse stipulato un contratto.
La difesa di C.B. ha per contro rilevato che di una “comprensibile arrabbiatura” per l’appalto perso - sebbene lo stesso fosse di assai lieve entità - aveva parlato lo stesso querelante: “Un conto è fare dichiarazioni inopportune in un momento di stizza, un altro è pensare a come boicottare un appalto. Appalto che comunque è stato portato avanti senza particolari problemi”. Da notare inoltre, ha aggiunto il difensore, che nemmeno il destinatario della presunta minaccia ricordava di aver mai sentito riferimenti all’attività del figlio o ad “altre imprese” pronte a coalizzarsi contro la Costruire snc: “Di tutto questo parlano soltanto i titolari della Costruire, che hanno presentato la querela ma non erano presenti ai fatti”.
Il verdetto di assoluzione, di contro ai due anni di condanna chiesti dalla Procura, scongiura anche l’eventualità che C.B. potesse vedere pregiudicata la propria attività lavorativa: a prescindere dall’entità della pena, la condanna per questo tipo di illecito gli avrebbe impedito di partecipare ad altri appalti.
a.c.
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