La moglie fuggì accusandolo di violenze, a processo un cittadino marocchino
Nel giugno 2019 la donna era scappata di casa in pigiama, chiedendo aiuto ai carabinieri. Anche l’imam di Mondovì è stato chiamato a testimoniare in aulaUn marito premuroso per molti che lo conoscono come membro della comunità marocchina di Mondovì, un padre padrone secondo le accuse mossegli dalla moglie. S.B. è imputato davanti al tribunale di Cuneo per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate.
Il processo trae origine da un episodio accaduto il 12 giugno dello scorso anno. Quel giorno la moglie era entrata nella farmacia Gasco portando con sé il figlio di pochi mesi e chiedendo aiuto: la donna era in pigiama, scarmigliata e in preda alla paura, così come l’avrebbero ritrovata poco dopo i carabinieri del nucleo Radiomobile. Esprimendosi in italiano stentato, piangeva e implorava le farmaciste di salvarla dal marito che l’aveva picchiata: “Era uscita in fretta senza nemmeno vestirsi, cercava anche di coprirsi i capelli perché si vergognava di non avere l’hijab. Lamentava dolore allo stomaco e aveva segni rossi sulla nuca e le braccia” ha raccontato una commessa della farmacia. Uno dei carabinieri intervenuti ha aggiunto di aver notato un grosso livido sull’avambraccio della donna. Proprio i militari si erano occupati di contattare il 118 e un centro antiviolenza che ha poi collocato madre e figlio in una struttura protetta.
In aula ha offerto la sua versione dei fatti anche l’imputato, dicendo di vergognarsi per ciò che è accaduto quel giorno: “Dovevano venire i tecnici della caldaia e quando hanno suonato ho trovato mia moglie in mezzo al passaggio: ero molto stanco, l’ho strattonata per convincerla a spostarsi e l’ho lasciata in camera”. S.B. ha ricordato di aver perso di vista la moglie mentre seguiva i lavori in casa: “Diceva che le avevo fatto male. Quando non l’ho più trovata sono andato a cercarla in farmacia, ma lei era già salita in ambulanza”. L’uomo, reduce da diversi matrimoni, ha precisato di non essere mai stato denunciato dalle sue precedenti mogli e di aver mantenuto con loro un ottimo rapporto.
Il sostituto procuratore Francesca Lombardi tuttavia gli ha contestato una serie di precedenti documentati dalla cartella clinica della moglie: in tre diversi accessi al Pronto soccorso la donna, arrivata in Italia nell’ottobre 2018, presentava lividi all’occhio, tagli sul labbro, ecchimosi al volto. Il marito ha affermato di non ricordare in quali circostanze ciò fosse accaduto: “Ci è capitato di litigare, ma senza botte né insulti. Insistevo perché lei imparasse l’italiano e prendesse la patente”. Delle difficoltà coniugali S.B. aveva parlato anche con l’imam di Mondovì, che è comparso in aula come testimone sostenendo di non aver mai notato segni di violenza quando aveva visitato la coppia in casa o incrociato altrove la donna.
Il processo è stato rinviato al 30 ottobre per la discussione finale.
a.c.
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