Lo scooterista morì dopo lo scontro con un’auto in sosta, assolta la guidatrice
La donna aveva lasciato la macchina per una breve commissione: il 71enne Vincenzo Mondino non riuscì a evitarla e morì tredici mesi dopo. Per il tribunale non c’è reatoAssolta perché il fatto non costituisce reato. È il verdetto del tribunale di Cuneo, emesso dal giudice Emanuela Dufour, nei confronti di un’automobilista monregalese, E.G., chiamata a rispondere di omicidio stradale dopo la morte di uno scooterista.
Complessa la dinamica del sinistro costato la vita al 71enne Vincenzo Mondino, che sarebbe deceduto dopo mesi di sofferenze, in conseguenza delle ferite riportate il 27 settembre 2018. L’imputata era alla guida di una Fiat Panda lasciata in sosta sulla carreggiata in via Torino, nel tempo di una breve commissione. La signora non aveva inserito le quattro frecce, tuttavia due auto che viaggiavano nello stesso senso di marcia avevano superato senza difficoltà la vettura ferma. Lo scooterista, invece, non aveva potuto evitare l’ostacolo. Mondino sarebbe morto dopo tredici mesi di ricovero: “Era completamente paralizzato ma lucido, è stato per lui un vero calvario” ha ricordato il genero, costituitosi parte civile insieme alla moglie.
La difesa ha fatto pesare le parole di uno dei carabinieri intervenuti subito dopo l’incidente, il quale ha confermato in aula di aver sentito il ferito affermare che “non si era accorto dell’auto in sosta e l’aveva tamponata”. All’opposto, i familiari di Mondino sostenevano di sentito descrivere in questi termini l’accaduto: “Disse che due auto avevano superato un veicolo fermo, poi questo si era messo in moto e gli aveva tagliato la strada”. A carico di entrambi i conducenti erano state riscontrate violazioni del codice della strada. Nel caso dell’automobilista, una contravvenzione per fermata e rallentamento della circolazione. Il guidatore del motorino invece era stato sanzionato per il mancato rispetto della distanza di sicurezza.
La Procura aveva chiesto la condanna dell’imputata alla pena di un anno e sei mesi, più la sospensione della patente come sanzione accessoria. “L’automobilista avrebbe dovuto prevedere l’evento. Se l’auto non si fosse trovata in quella posizione, l’incidente non sarebbe avvenuto” aveva argomentato l’avvocato Fabrizio Bracco, patrono di parte civile. “I motorini devono tenersi sul margine destro, Mondino aveva quindi il diritto di pretendere che la sua carreggiata fosse libera” aveva aggiunto il legale, menzionando la presenza di uno spiazzo a breve distanza dove l’automobilista avrebbe potuto parcheggiare in sicurezza.
“La causa determinante è la disattenzione dello scooterista. C’è anche una colpa specifica, il mancato rispetto della distanza di sicurezza dall’auto che lo precedeva” aveva obiettato l’avvocato Pietro Obert, per conto del responsabile civile. Nulla impediva la sosta in quel tratto, peraltro rettilineo e con un’ottima visibilità: “E.G. non poteva salire sul marciapiede, sarebbe stata in contravvenzione. Poteva invece effettuare una breve sosta in carreggiata”. Anche per i legali dell’imputata, gli avvocati Marco Cuniberti e Federica Mantella, non c’è alcuna violazione da contestare: “L’accusa ha sostenuto che il veicolo stesse ripartendo, ma non ci sono danni sulla fiancata. L’urto avviene sul paraurti posteriore. Se Mondino fosse stato più attento, il sinistro non sarebbe avvenuto”.
a.c.
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