“Lo spacciatore picchiava il suo cane, l’ho denunciato per quello”
La testimonianza di una ex cliente inguaia il maghrebino, a processo dopo il ritrovamento di hashish nella sua abitazione di Ceva“Un giorno ero a casa sua. Aveva un cane, un cucciolo di corso. Il cane aveva fatto pipì sul pavimento e lui l’aveva preso a calci, la cosa mi ha fatta arrabbiare”: a parlare è una tossicodipendente, chiamata a testimoniare nel processo contro il presunto spacciatore, A.O., un marocchino residente a Ceva.
Nella sua abitazione, in seguito alla segnalazione fatta dalla donna, i carabinieri avevano rinvenuto quattro grammi di hashish e 400 euro in contanti, sequestrati insieme all’iPhone dell’indagato. La persona che l’ha denunciato, indignata per il modo in cui l’uomo aveva trattato il suo cucciolo, racconta di essersi trattenuta in casa sua per una decina di giorni. Si erano conosciuti su Facebook, dice, nel periodo in cui lei abitava a Imperia. “Mi aveva detto di abitare a casa della ex, una ragazza che aveva messo incinta perché voleva la cittadinanza italiana” afferma la testimone, che aggiunge: “Lui sapeva che fumavo il crack e allora me l’aveva proposto”.
In quell’alloggio a Ceva, dice la teste, A.O. nascondeva la cocaina anche nelle gambe del letto: “Il fumo invece lo aveva seppellito vicino a un albero in un condominio. So che aveva una cantina, la partita più grossa la teneva lì. Io non sono mai entrata”. Nel periodo in cui era rimasta lì la droga le sarebbe stata offerta, in precedenza invece aveva acquistato dosi da un grammo o mezzo grammo a settimana.
Quando la donna aveva infine deciso di lasciare quel posto, l’amico avrebbe preteso il saldo di tutta la cocaina che aveva consumato gratis. Per questo i due erano andati a Mondovicino: “Ho comprato dei vestiti sia per me che per lui, aveva detto che avremmo scalato dalla somma che gli dovevo per la droga”.
Il prossimo 31 gennaio si attende la discussione del caso.
Andrea Cascioli
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