Maltrattamenti sul luogo di lavoro, la nipote denuncia la zia
Le due donne lavoravano entrambe come addette alla mensa nel Monregalese: “C’erano problemi in famiglia, mi ha costretta a licenziarmi” racconta la più giovaneUn caso di maltrattamenti sul luogo di lavoro è all’attenzione del tribunale di Cuneo, dopo la denuncia presentata da una 41enne di Mondovì nei confronti di una ex collega. Quest’ultima è anche sua zia, ed è proprio ai dissidi familiari che la donna riconduce la persecuzione di cui afferma di essere vittima.
I fatti risalgono alla seconda metà del 2021, quando entrambe erano dipendenti della Sodexo, una multinazionale dei servizi che gestisce tra l’altro l’appalto per la mensa della Valeo. Come addette alla mensa le due avevano svariati compiti: “Dovevo occuparmi di lavare e servire i piatti. Al lavaggio ci alternavamo una settimana per ciascuno, ma mia zia si rifiutava di farlo, anzi sosteneva di non essere tenuta per contratto” ha spiegato l’autrice della querela. A suo dire, si sarebbe trattato di una vera e propria ripicca nei suoi confronti: “Quando è arrivata lei sono rimasta la sola a occuparmi del lavaggio. Mi lasciava molto da lavare apposta, a volte addirittura metteva teglie pulite con quelle sporche per dispetto”.
Ma non è l’unica né la più grave condotta che le venga imputata. La nipote ed ex collega parla di continue vessazioni verbali, anche in presenza dei colleghi e dei frequentatori della mensa: “Mi derideva dicendomi che ero lenta, cosa per cui invece non avevo mai ricevuto lamentele. Fischiettava per schernirmi e ripeteva di continuo frasi come ‘non sei capace a lavorare’ e ‘non vali niente’, accusandomi di lasciare le stoviglie sporche davanti a chi veniva a mangiare. Al cuoco diceva di continuo che non svolgevo certe mansioni”. La situazione si sarebbe fatta talmente insostenibile da indurre l’addetta, madre di famiglia e assunta con contratto indeterminato, a lasciare il lavoro che svolgeva da anni dopo sei mesi di “convivenza forzata”: “Le dissi di stare tranquilla perché a fine anno me ne sarei andata, lei rispose ‘non vedo l’ora’”.
Cosa avrebbe giustificato un simile astio? La persona offesa ne rintraccia l’origine in una lite per questioni ereditarie tra sua zia e sua madre. Una controversia a cui lei era estranea ma di cui, tuttavia, avrebbe scontato le conseguenze: “Tutti i giorni uscivo dal lavoro piangendo, sono stata anche in cura per depressione. Lei aveva problemi con mia madre, ma le avevo detto che non volevo avere niente a che fare con questo”. Il responsabile della squadra, sebbene informato della situazione, non avrebbe preso provvedimenti adatti a far cessare le ostilità. “Ora ho un altro lavoro, in un ambiente del tutto diverso. Sono passata al tempo indeterminato e sono felice” racconta ancora la 41enne. Malgrado l’allontanamento, aggiunge, la zia avrebbe contattato i suoi attuali colleghi e uno dei suoi figli “per convincerli a prendere le sue parti”.
Succede molto di rado che la fattispecie dei maltrattamenti, di regola limitata alle relazioni familiari, venga contestata in presenza di rapporti lavorativi. Un caso analogo, tuttora in fase di istruttoria, riguarda un panettiere di Fossano denunciato da una ex dipendente. L’attuale procedimento è stato aggiornato al 6 febbraio del prossimo anno, per ascoltare i testi di accusa e parte civile.
a.c.
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