“Mi disse al telefono che lui voleva ucciderla”: le amiche raccontano il dramma di una madre di famiglia
L’uomo è accusato di maltrattamenti. L’ex moglie ha parlato delle liti violente, fino all’epilogo in cui lui avrebbe cercato di strangolarla: “Sono miracolata”L’ultimo litigio in casa, il più violento, è quello che ha portato lei ad abbandonare l’abitazione comune e rifugiarsi in una casa protetta, aiutata dall’associazione l’Orecchio di Venere. La donna lo ha ripercorso in tribunale nel processo in cui il suo ex marito è imputato di maltrattamenti e lesioni.
Lui le avrebbe stretto il collo fino a farle quasi perdere i sensi, lei avrebbe afferrato un arancio sul tavolo e gliel’avrebbe scagliato per costringere l’uomo a lasciare la presa: “Ho capito che sarei potuta morire per mano di mio marito, come lui aveva minacciato”. Alle spalle c’è una convivenza durata oltre trent’anni, dalla natia Sicilia a Mondovì. La coppia ha avuto anche due figlie, oggi maggiorenni: “Volevo salvare la famiglia a tutti i costi” spiega a chi le domanda perché abbia aspettato tanto.
Anche le sue amiche e le colleghe ricordano le confidenze di quel periodo: “A lavoro era sempre molto turbata - dice una di loro -. Un giorno piangeva, un giorno rideva: cercava di nascondere le sue emozioni, a volte diceva ‘non ce la faccio più’ e altre volte ‘devo farcela per le mie figlie”. Fino al giugno del 2022, quando lei si era rivolta a un’amica perché la portasse in ospedale: “Mi ha detto ‘corri, mi vogliono ammazzare’, aveva segni sul collo. Ha raccontato che avevano avuto una discussione per un post su Facebook, lui le aveva messo una mano sul collo e sul volto”.
“Sono una donna miracolata” dice l’autrice della querela, quando ripensa a quel giorno. All’origine dei contrasti, sempre più accesi nell’ultimo periodo di matrimonio, ci sarebbero i problemi di alcol del marito e anche la volontà della signora di affermarsi nello studio e sul lavoro. Nel tempo si è laureata, ha conseguito due master e un avanzamento professionale. Una situazione che il padre delle sue figlie, sostiene, non avrebbe tollerato: “Quando beveva diventava cattivo con me, diceva che lo volevo comandare”.
“Quando andavamo a cena insieme, dopo un po’ lui iniziava a dire che la moglie è una cretina e che non capisce niente” conferma l’amica di famiglia. Nessuna aggressione fisica in presenza di altri: lei, però, le avrebbe mostrato i lividi e un braccio scottato, quando dopo l’ennesima sfuriata l’avrebbe spinta contro un pentolino che bolliva sul fuoco. Un’altra amica, oltre a confermare l’episodio dello strangolamento, riferisce di altre confidenze sulle violenze patite: “Ha detto che suo marito le aveva dato un calcio, dopo che era entrato in casa ubriaco e lei lo aveva rimproverato”. Circostanze rievocate anche dalle figlie, benché loro non fossero al corrente di tutti: “Ha sempre subito e sempre coperto, - dice la più grande - tante altre cose sono venuta a saperle dopo: parlo di aggressioni fisiche e sessuali”.
Il 13 marzo è fissata in tribunale la prosecuzione dell’istruttoria, con l’esame di altri testi e dell’imputato.
Andrea Cascioli

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