Mondovì, 50mila euro alla badante: i familiari dell’anziana la denunciano
L’ipotesi dell’accusa è che la donna abbia circuito la pensionata che accudiva per ottenere un prestito molto onerosoUn semplice atto di generosità da parte di una datrice di lavoro premurosa, o un vero e proprio raggiro ai suoi danni? Il caso che il tribunale di Cuneo è chiamato a dirimere risale al 2010 e riguarda B.B., assunta come donna delle pulizie e badante da una pensionata di Mondovì.
L’anziana, 78enne all’epoca dei fatti, avrebbe concesso alla donna che la accudiva un prestito da 50mila euro per aiutarla a far fronte alle difficoltà economiche della famiglia. I parenti invece sostengono che si sia trattato di una circonvenzione di incapace e si sono perciò costituiti parte civile dopo la denuncia.
Oggi in aula ha testimoniato il marito dell’imputata, confermando il difficile momento attraversato in quel periodo: l’uomo non aveva ancora maturato una pensione e la moglie aveva perso il suo lavoro in una casa di riposo di Lurisia, dopo il suicidio del titolare. “Avremmo restituito il prestito, - assicura - certo non in una volta sola ma nel tempo. Col processo però si è fermato tutto”.
B.B. si recava ogni giorno in casa dell’anziana, accompagnata in auto dal marito. In quattro o cinque occasioni l’avrebbe sostituita una delle tre figlie, C.C., che era disoccupata e venne poi retribuita per questi servizi da sua madre e non direttamente dalla pensionata.
Ciò che rende il quadro “opaco”, a detta del pubblico ministero Luigi Dentis, è piuttosto la presenza di un assegno da 10mila euro intestato a un’altra delle figlie, che a detta del padre non avrebbe avuto invece nessun rapporto con la presunta vittima.
Anche per chiarire questo aspetto, il prossimo 7 ottobre sua sorella C.C. verrà sentita come testimone.
a.c.
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