Mondovì, accuse di estorsione e maltrattamenti per una giovane: a denunciarla era stata la nonna
L’anziana, 81enne all’epoca dei fatti, è deceduta prima del processo. Sosteneva che la nipote l’avesse anche minacciata con un coltello per ottenere del denaro“Erano liti come ce ne sono in ogni famiglia” secondo il padre dell’imputata, D.S.C., una giovane residente a Mondovì. Molto di più di questo, invece, stando alle indagini della Procura che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio della ragazza con due imputazioni pesanti: estorsione e maltrattamenti in famiglia.
La particolarità del caso sta nel fatto che a denunciarla è stata sua nonna, con la quale la giovane viveva dopo un’infanzia difficile trascorsa tra comunità e case famiglia: “Per lei è stata più una madre che una nonna. Io non ero molto presente e mia figlia ha sofferto il fatto che sua mamma fosse mancata quando lei era in tenera età” ha raccontato il padre dell’imputata, che è anche figlio dell’anziana oggetto dei presunti maltrattamenti. Davanti ai giudici l’uomo ha affermato di non essere mai stato a conoscenza di episodi gravi tra le due: “C’erano sfuriate ma è sempre rimasta in ottimi rapporti con mia madre, andava spesso a trovarla anche quando lei è stata ricoverata in casa di riposo”. Ai carabinieri, tuttavia, aveva dichiarato in precedenza di aver saputo dalla madre che i diverbi per questioni di soldi erano all’ordine del giorno e che in quei momenti D.S.C. insultava e minacciava la nonna.
L’episodio all’origine della denuncia risale ai primi di novembre del 2017. In quell’occasione l’anziana, all’epoca 81enne, aveva richiesto l’intervento dei carabinieri dopo un’ennesima discussione con la nipote. Ai militari aveva raccontato di essere stata addirittura minacciata con un coltello da cucina per aver rifiutato di darle una quarantina di euro che sarebbero serviti a riparare un apparecchio elettronico. Nel verbale di denuncia la donna aveva così descritto la sua condizione: “Il cuore mi batteva forte e la imploravo di smettere. Continuava a dire ‘prima muori te e dopo io, mi devi dare i soldi’”. Non sarebbe stata la prima volta che accadevano cose del genere: l’81enne aggiungeva di essere stata strattonata con violenza in altre occasioni, ma non era mai ricorsa a cure mediche. “Circa un mese fa - aveva detto - ha dato un pugno a un portagioie di ceramica frantumandolo, e rammentandomi poi che era un ricordo di mio marito aveva affermato ‘non si vive di ricordi’”.
Nulla di tutto ciò potrà essere confermato o smentito in aula poiché l’autrice della querela è deceduta prima che il procedimento incominciasse. La nipote, dal canto suo, ha ammesso di aver avuto spesso contrasti con sua nonna ma di non averla mai aggredita o minacciata: “Non pensavo che avrebbe fatto una cosa del genere: era una litigata come le altre e non le ha dato importanza, non è successo nulla di ciò che è stato detto” ha sostenuto l’imputata, che a seguito di quel litigio aveva deciso di interrompere la convivenza con la nonna, per riallacciare i rapporti solo in un periodo successivo. La giovane ha aggiunto di credere che sua nonna volesse solo “sfogarsi” quando ha chiamato il 112: “Negli ultimi tempi soffriva di demenza e depressione ma non prendeva farmaci. Anche mio zio e mio padre sapevano che non voleva essere curata, del resto litigavano con lei per le stesse ragioni”.
Il processo è stato rinviato al 2 dicembre per l’ultima udienza prevista.
a.c.
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