Mondovì, con una bicicletta sfondarono la porta di un negozio per rubare: condannati
I due nordafricani erano stati riconosciuti da un giovane congolese residente in zona: “Uno dei due mi disse di non denunciarlo per il bene di suo figlio”Avevano utilizzato una bicicletta come “ariete” per sfondare la porta di un negozio di parrucchiera nel centro di Mondovì e introdurvisi. Per questo sono stati condannati dal tribunale di Cuneo B.A. e B.Z., immigrati nordafricani con precedenti specifici per reati contro il patrimonio.
I carabinieri accorsi sul posto la notte del 16 luglio 2018 li hanno potuti identificare in seguito grazie alla testimonianza di un giovane congolese residente in zona. Era stato lui, infatti, a scendere in strada dopo aver sentito un forte rumore, trovandosi di fronte ai due scassinatori: “Conoscevo entrambi, in particolare B.A., di nome e di vista. Uno dei due si è introdotto nel negozio mentre l’altro ha cercato di allontanarmi dicendo che la cosa ‘non mi riguarda’. Gli avevo risposto che mi riguardava il fatto che si rubasse sotto casa mia”. Fallito il tentativo di allontanare il testimone, i due avrebbero deciso di desistere dal loro intento: “Il complice uscito dal negozio mi ha pregato di non chiamare i carabinieri, per il bene di suo figlio”.
I militari dell’Arma sarebbero comunque sopraggiunti poco dopo, trovando sul posto la bicicletta utilizzata come insolito strumento di scasso. Sull’idoneità del mezzo a forzare la porta hanno espresso perplessità i difensori dei due imputati, gli avvocati Shelly Delpiano e Giulia Dadone, sottolineando inoltre che secondo la deposizione di uno dei carabinieri la porta sarebbe stata trovata chiusa: “In ogni caso, non sappiamo se volessero introdursi per rubare o solo per trovare un riparo per la notte”.
Il pubblico ministero Luigi Dentis ha chiesto per entrambi la condanna a nove mesi di reclusione, ritenendo provata la responsabilità dei due sulla base della testimonianza oculare fornita dal giovane. La richiesta di condanna è stata accolta dal giudice Marco Toscano che ha fissato la sanzione in un anno di carcere, a pena sospesa.
a.c.
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