Musica alta e incenso per le scale, la guerra tra vicini finisce in tribunale
Due famiglie rumene residenti a Margarita al centro della contesa giudiziaria. Ma il figlio scagiona i genitori: “Lo stereo? Quel giorno l’ho acceso io”C’è una convivenza difficile tra due famiglie di vicini e colleghi di lavoro, all’origine del processo per disturbo della quiete pubblica contro una coppia rumena residente a Margarita. I querelanti, loro connazionali, sono marito e moglie che abitano nella stessa palazzina. Parlano di colpi nel muro e alla porta, anche alla sera o alle sei di mattina: “Rumori tali da impedire a noi e alle nostre figlie di riposare” secondo le persone offese.
Molestie sonore che sarebbero andate avanti per mesi, insieme ad altri episodi che gli autori della denuncia interpretano come “azioni di disturbo”. A cominciare dall’abitudine della vicina di mettere bastoncini d’incenso nelle scale condominiali: “Non è un buon odore”. A far precipitare le cose sarebbe stato quanto accaduto nel gennaio dello scorso anno, appena dopo l’Epifania. La coppia aveva visto i vicini uscire con il cane. Dall’appartamento, però, si sentiva lo stereo “ad altissimo volume”: “Per sentire la nostra televisione dovevamo alzare il volume”. La circostanza è confermata da una coppia di amici dei due, residente in un’altra palazzina a breve distanza dalla loro: “La musica si sentiva anche dal mio cortile, se c’era la finestra aperta”.
A “scagionare” i genitori rispetto a questo, tuttavia, è stato il figlio ventenne dei due imputati. In quei giorni, ha ricordato, era tornato a casa dall’università per preparare gli esami: “Quel pomeriggio stavo ascoltando musica, a volume un po’ più basso finché c’erano i miei genitori. Dopo sono andato a fare la doccia e ho alzato il volume”. Il ragazzo però non ricorda di aver sentito particolari lamentele dai vicini, né quel giorno né in seguito: “La casa - spiega - non è stata concepita per due famiglie diverse, ma per una. Poi è stata ristrutturata ma le pareti sono quelle che sono, quindi è normale che nella quotidianità di sentano rumori. Succede anche nel condominio in cui vivo a Torino”.
Marito e moglie, dal canto loro, riconducono tutto ai precedenti dissapori con i vicini, legati alla presenza del cane: “Vivo in quella casa dal 2005, i vicini dal 2018. - ha precisato l’imputato - Prima di loro ci abitava un’altra famiglia rumena, con cui abbiamo sempre avuto buoni rapporti e mai nessun litigio”. Sulla questione dell’incenso, la moglie precisa: “Il carboncino l’ho messo perché veniva tanto odore di cibo stagnante dall’appartamento dei vicini. Mio marito aveva già provato ad aggiustare la porta, per non far entrare l’odore dalle scale. Ma non è servito”.
Il prossimo 29 novembre si attende la discussione del caso.
Andrea Cascioli
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