Operazione "Pater Familias", pene fino a otto anni per i responsabili di 64 furti in abitazione
Al sodalizio guidato da Cristiano Audisio era contestata l’associazione a delinquere. Magliano Alpi faceva da base per la banda di sinti in tutto il sud PiemonteVanno da uno a otto anni di carcere le pene comminate dal tribunale di Asti per i protagonisti dell’operazione “Pater Familias”. Nell’estate del 2023 i carabinieri di Cuneo avevano sgominato la banda composta da nove ladri professionisti, tutti italiani di etnia sinti più un cubano, ai quali era contestata anche l’associazione a delinquere.
Il bottino è stimato in circa 200mila euro solo per i 32 colpi contestati nella prima ordinanza, cui se ne sono aggiunti altri in seguito, per un totale di 64 furti in abitazione. Il “pater familias” del clan è il pregiudicato Cristiano Audisio, classe 1980, residente a Magliano Alpi: era lui - aiutato dal figlio Luigi Mischa - a programmare tutti i colpi e a guidare le “batterie”, composte da tre persone per volta (altri erano deputati solo all’intestazione fittizia delle auto o alla bonifica ambientale). Era stato altresì evidenziato l’uso di targhe clonate (nel corso delle indagini si sono censite 23 targhe false) ed il sistematico cambio di colore delle autovetture attraverso la tecnica del wrapping, cioè applicando delle pellicole adesive sulla carrozzeria. Gli indagati effettuavano anche sistematiche bonifiche delle due autovetture sportive utilizzate per i colpi, allo scopo di rimuovere eventuali microspie.
Partendo dalla “base” di Magliano, i furti sono stati commessi in varie località della provincia di Cuneo, oltre che nell’Astigiano e nell’Alessandrino. L’indagine a carico del “pater familias” e dei suoi complici era partita l’8 dicembre 2022 dall’individuazione di un’auto e di uno dei sospetti, dopo tre furti messi a segno a Cherasco: da lì è incominciata un’attività investigativa fatta perlopiù di pedinamenti e controlli sul territorio. Nel corso delle perquisizioni sono stati recuperati un buon quantitativo di gioielli e numerosi orologi di pregio, insieme a 45mila euro in contanti e sedici bottiglie di champagne ritrovate in casa di Audisio.
Lo scorso 14 giugno, in sede di giudizio abbreviato, il gip di Asti ha condannato Audisio (44enne, residente a Magliano Alpi) alla pena di 8 anni e 4 mesi di reclusione e il figlio Luigi Mischa (24 anni, domiciliato a Carrù) a 6 anni e 6 mesi. Gli altri condannati sono Carlo Sacco (43 anni, residente a Mondovì, ha avuto 6 anni e mesi 8 di reclusione), Francesco Puliga (23 anni, residente a Magliano Alpi, 5 anni e 6 mesi), Antonino Carnazza (42 anni, residente a Mondovì, 1 anno e 10 mesi), Devis De Colombi (48 anni, domiciliato presso il campo nomadi di Alba, 1 anno), Noemi Cartello (41 anni, domiciliata presso il campo nomadi di Alba, 1 anno). Nei confronti degli Audisio e di Puliga c’è anche la condanna al risarcimento dei danni, morali e materiali, alle parti civili. Altri due indagati, Federico Ferrua e Vladimir Diaz Diaz, sono, al momento, irreperibili sul territorio nazionale.
Redazione
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