Sacha Chang è incapace di intendere: si aprono le porte all’estradizione
Il giovane olandese uccise a coltellate il padre e un amico di famiglia, inseguendo quest’ultimo in strada. Il pm: “Sottovalutati i precedenti episodi psichiatrici”È comparso in aula anche Sacha Chang nel processo che lo vedeva imputato, a due anni di distanza dai fatti, per il brutale omicidio del padre Chain Fa e dell’amico di famiglia Lambertus Ter Horst. Impassibile e tranquillo, prende la parola solo per rispondere alla presidente della Corte d’Assise che lo interpella dopo la discussione delle parti: nulla da dichiarare ai giudici.
La Corte d’Assise, dopo mezzora di camera di consiglio, lo ha dichiarato non imputabile per vizio totale di mente, accogliendo le richieste della Procura e dei difensori. A suo carico è stato disposto il mantenimento del ricovero in una Rems per un periodo non inferiore a dieci anni. Un nuovo esame delle condizioni psichiatriche è fissato al 26 settembre prossimo.
Il 16 agosto del 2023 il duplice omicidio si consumò nella casa delle vacanze di Ter Horst a Montaldo Mondovì. Medico di Amsterdam, vedovo, il 60enne era padre di due figli ma considerava come parte della famiglia anche i due figli dell’attuale compagna: si era innamorato della val Corsaglia e da alcuni anni ne aveva fatto il suo “buen retiro”. Qui ospitava l’amico Chain Fa, un maestro elementare di origine cinese, che era venuto in Italia con uno dei due figli, il 21enne Sacha. Il sostituto procuratore Mario Pesucci, alla luce delle relazioni psichiatriche, conferma oggi che qualche campanello d’allarme c’era stato: “Alcuni episodi, non particolarmente gravi, a livello psichiatrico avevano destato attenzione: probabilmente dalle autorità sanitarie olandesi furono un po’ sottovalutati”.
Dopo una lite, per ragioni mai chiarite, aveva afferrato un coltello e colpito il padre con ventisei fendenti. L’amico era stato inseguito in strada e attinto da sette coltellate mortali, mentre implorava aiuto. Su questo secondo omicidio si concentravano i dubbi circa il reale stato psicologico di Sacha: la Procura, alla luce della perizia del dottor Franco Freilone, non ne ha avuto nessuno circa l’incapacità totale di intendere e di volere. La famiglia di Ter Horst invece sì. L’avvocato Stefano Valentini, che rappresenta in giudizio tre dei quattro figli del medico, in sede di discussione aveva chiesto una nuova perizia: “Si può pensare che l’omicidio di Ter Horst sia stato attuato con consapevolezza perché era stato scoperto, tant’è che lo insegue per strada mentre il Ter Horst chiede aiuto: nel momento in cui sopraggiunge un operaio che stava lavorando alla costruzione della piscina e che aveva preso un tondino di ferro, il Chang scappa. Sembrerebbe sintomatico di una presenza di spirito che mal si concilia con chi fosse completamente incapace”.
Qualche perplessità nella parte civile lo suscita anche il fatto che Chang, fuggito nei boschi e ritrovato solo due giorni dopo dai carabinieri, si fosse denudato: “Potrebbe essere sintomatico della comprensione di quello che era avvenuto e della volontà di evitare che eventuali unità cinofile potessero individuarlo e raggiungerlo”. Per ciascuno dei tre figli della vittima, l’avvocato aveva chiesto una provvisionale di 300mila euro: ma la non imputabilità esclude la possibilità del risarcimento.
Anche il governo olandese si è mosso: dal ministero degli Esteri dei Paesi Bassi è pervenuta il 13 marzo una richiesta di estradizione in patria, dove il giovane potrà continuare ad essere curato per la sua patologia. Si tratta, dice il pm citando la relazione dello psichiatra, di “schizofrenia grave con aspetti catatonici, visionari e allucinatori”: una condizione che solo oggi lo rende capace di stare in giudizio. Per il resto, il professore “è stato categorico per due volte, all’epoca dei fatti, nello stabilire un vizio totale di mente”.
“Sacha Chang è in realtà un bravo ragazzo: un ragazzo che suona il sassofono e che studia il cinese, la lingua paterna” dice di lui l’avvocato Luca Borsarelli, codifensore insieme al collega Gabriele Carazza: “Un ragazzo che sta cercando di fare di tutto per recuperare dalla patologia psichiatrica che l’ha portato a compiere atti che ancora adesso fatica a concepire. Sta facendo un percorso terapeutico per il quale sarebbe funzionale il trasferimento in Olanda, come chiesto dalla stessa Rems: è una persona che va curata, non una persona che va punita”. Il fatto che si fosse denudato, per la difesa, è “un pacifico sintomo della patologia psichiatrica, ricondotto a ‘un ritorno ancestrale alle origini’ e alla posizione fetale”. Anche l’inseguimento va riconsiderato, aggiunge Carazza: “L’operaio ha in effetti colpito sulla schiena Sacha, io stesso ho visto i lividi durante il primo interrogatorio”.
Andrea Cascioli

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