Saliceto, bocconi avvelenati contro i lupi dopo la strage di pecore: un uomo a processo
È accusato di tentata uccisione di animali il residente che secondo i carabinieri avrebbe disseminato le “esche” nella zona di Madonna della NeveÈ finito a processo con l’accusa di tentata uccisione di animali G.V., l’uomo che secondo i carabinieri di Saliceto avrebbe disseminato con bocconi avvelenati un boschetto in frazione Madonna della Neve.
A scoprire le “esche” era stata una guida del posto, mentre accompagnava una comitiva di turisti in visita al santuario: “Dietro alla chiesa, una volta entrati nel boschetto, abbiamo sentito un pessimo odore di carne in putrefazione: attaccati a diversi alberi c’erano palle di pelle di animale con dentro qualcosa, una specie di insaccato. A poca distanza erano appese due zampe posteriori di capriolo con tutta la pelliccia”. La guida e i turisti avevano riposto i pezzi di carne in alcuni sacchetti e avvisato i carabinieri: “Non era periodo di caccia, non so perché ci fossero pezzi di capriolo in giro” ha sottolineato la donna. I successivi esami tossicologici avrebbero riscontrato nei bocconi la presenza di Endosulfan, una sostanza con azione pesticida un tempo utilizzata come prodotto fitosanitario: sugli animali produce sintomatologie neurologiche ed è in grado di uccidere un cane in dosi superiori ai dieci mg per kg.
Solo pochi giorni prima di quel 29 giugno 2019, un 33enne residente in frazione aveva documentato su Facebook la strage di un gregge formato da diciotto ovini di sua proprietà: nell’attacco portato da un branco di lupi erano state sbranate nove pecore e una capra, mentre due pecore, un’agnella e una capra erano state ferite gravemente e altre due pecore e due capre disperse. I lupi avevano agito di notte a poca distanza dalle abitazioni. È stato proprio il pastore, in seguito, a fornire indicazioni per l’identificazione di G.V. come presunto autore del tentato avvelenamento: “Qualche mese prima mi aveva fatto vedere la fotografia di un animale appeso a un albero. Diceva che si trattava di un capriolo che aveva trovato a bordo strada e che se ci fossero stati predatori nella zona avrebbero attaccato quella carcassa piuttosto che aggredire gli animali vivi”. Il testimone ha aggiunto tuttavia di non sapere se nei pressi della carcassa fossero anche stati piazzati bocconi avvelenati.
Nell’udienza del prossimo 22 giugno è fissata l’audizione del comandante dei carabinieri di Saliceto e dei testi difensivi.
a.c.
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