Un finto sito web per truffare gli assicurati: era il “trucco” di una donna di Napoli
Vittima del raggiro un cittadino macedone, residente a Villanova Mondovì. Dalla sua segnalazione è partita l’indagine a carico di un’incensurataLa sua idea era quella di cercare una nuova assicurazione auto, rivolgendosi a uno dei tanti siti web che offrono la possibilità di sottoscrivere una polizza senza l’incomodo di passare in agenzia. Il portale sul quale era approdato un uomo residente a Villanova Mondovì, di origini macedoni, sembrava avere tutto in regola: l’intestazione del sito faceva riferimento alla Verti Assicurazioni, ex Direct Line, una compagnia con servizi al 100% digitali.
In questo caso, però, il malcapitato automobilista ha rimediato una fregatura quando ha scoperto che al bonifico da 340 euro, effettuato su una prepagata, non corrispondeva nessuna polizza: “Mi è stato mandato il preventivo tramite mail e tramite Whatsapp ho ricevuto i dettagli per il pagamento. Una volta terminata l’operazione ho ricevuto un’altra e-mail con la polizza: controllando, ho scoperto che i dati anagrafici erano sbagliati. Ho chiamato la Verti Assicurazioni al numero verde e mi hanno detto che non ero assicurato” ha spiegato in tribunale la vittima della truffa, ricostruendo gli eventi del novembre 2018.
Dal sito “civetta” è stato comunque semplice risalire all’identità di chi aveva verosimilmente ideato l’intera operazione. Sia il numero di telefono utilizzato per le comunicazioni con il “cliente” sia l’intestazione della carta prepagata rimandavano a I.A., una donna di Napoli, incensurata. A suo carico si è proceduto per truffa aggravata e per sostituzione di persona, a seguito della querela presentata dalla Verti. “Una truffa con modalità da manuale” secondo il pubblico ministero Alessandro Borgotallo, resa più odiosa dal fatto che a cadere nella rete è stato un soggetto con conoscenze limitate riguardo alle leggi e alla lingua italiana. Per l’imputata il procuratore aveva chiesto la condanna a un anno e un mese e una sanzione di 800 euro per entrambi i capi d’imputazione.
Il giudice Sandro Cavallo, tuttavia, ha ritenuto non sussistente l’aggravante nel reato di truffa. Di conseguenza, in assenza di una querela da parte del macedone, è stata pronunciata sentenza di non doversi procedere limitatamente a questa imputazione. Per la sostituzione di persona, invece, A.I. è stata condannata a quattro mesi di reclusione e a rifondere mille euro di danni all’assicurazione. La sospensione condizionale della pena è subordinata al pagamento in favore della parte civile.
a.c.
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