Un pugno e poi il black out: “Ho cali di vista e due placche di titanio in testa”
Il 21enne garessino svenne dopo un’aggressione, durante la festa del “Miglio d’oro”. Un coetaneo è a processo: “Io l’avevo solo guardato” racconta la vittimaLa sua colpa sarebbe stata solo quella di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato, come sostiene gli abbia confidato il suo stesso aggressore tempo dopo. Tanto è bastato, però, perché un 21enne di Garessio si trovasse ad affrontare le conseguenze di un pugno sferrato con assurda violenza: frattura scomposta al naso e allo zigomo frontale, un’operazione chirurgica e due placche di titanio con le viti in testa. Più quello che ne è seguito e che lui stesso ha raccontato al giudice: “Ho avuto un calo della vista e ho dovuto mettere gli occhiali. Per due mesi non ho potuto mangiare cibi solidi, avevo perso più di venti chili. Soffrivo di mal di testa, emicranie, dolori che non riuscivo in nessun modo ad affievolire”.
All’aggressione di cui è stato vittima il giovane imputa anche il fallimento del test d’ingresso alla facoltà di medicina, che stava preparando proprio in quei giorni di fine luglio del 2021. Dice di non ricordare nulla di cosa è accaduto, dal momento in cui ha preso quel colpo alla tempia ed è svenuto: era l’una di notte, lui voleva tornare a casa dopo una serata trascorsa in allegria con gli amici, tra un locale e l’altro, durante la festa del “Miglio d’oro”. Quando stava attraversando la passerella pedonale sul Tanaro, installata pochi mesi prima al posto del ponte Odasso, il 21enne si era imbattuto in due coetanei: un ragazzo della sua compagnia e A.S., colui che gli avrebbe sferrato il pugno senza nessuna ragione apparente. “Giocavamo nella stessa squadra di calcio. Non siamo mai stati amici ma avevamo rapporti civili” fa presente la persona offesa. Nessuna avvisaglia di quanto stava per accadere, insomma: “La mia presenza è stata percepita come una minaccia. Io l’avevo solo guardato”.
Un’amica della vittima sostiene di aver visto l’intera sequenza e dà una versione diversa dell’accaduto. Il pugno non sarebbe stato sferrato mentre gli altri due ragazzi discutevano sulla passerella, ma in una fase successiva, quando erano presenti solo lei e l’aggredito: “Eravamo a metà della passerella. A.S. si è messo a correre verso il mio fidanzato, che stava dalla parte opposta, perché avevano litigato poco prima e voleva scontrarsi con lui. Nel percorso ha urtato contro il mio amico e gli ha tirato un pugno per levarselo di mezzo: l’ho visto cadere in terra, ero preoccupatissima”. Il 21enne, insomma, sarebbe stato l’incolpevole “bersaglio” di un litigio precedente al quale non aveva nemmeno partecipato: “Non avevamo bevuto molto quella sera” assicurano sia la testimone che l’aggredito.
Il patrigno di quest’ultimo, chiamato a sua volta a testimoniare, dice di aver incontrato pochi giorni dopo l’accusato in un bar del paese: “Non gli avevo mai parlato prima, gli chiesi cosa fosse successo. Lui disse che era mortificato e che non pensava che la situazione fosse tanto grave: credeva di avergli solo rotto il naso, disse anche che doveva pagare per quello che aveva fatto”. L’istruttoria proseguirà il 6 novembre.
a.c.
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