Botte e lanci contro i partecipanti a una festa: condannato a un anno
L’imputato, un maghrebino, era stato denunciato per i fatti accaduti a Bagnolo Piemonte. In preda all’alcol aveva anche danneggiato alcune auto in sostaUn anno di reclusione, con pena sospesa, è la condanna inflitta dal giudice Marcello Pisanu a un cittadino marocchino accusato di lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e furto.
L’imputato, J.H., era stato denunciato dai carabinieri nel febbraio 2019 dopo essere stato trovato in stato di ebbrezza nei pressi della polisportiva di Bagnolo Piemonte, dove era in corso un evento dedicato ai giovani. Quando i militari l’avevano fermato aveva in mano un pezzo di cemento, col quale aveva colpito un maresciallo mentre veniva bloccato a terra e ammanettato. Dalle successive ricostruzioni era stato possibile stabilire che in precedenza si era reso protagonista di una rissa con un connazionale e aveva dato in escandescenze.
Uno degli avventori ha raccontato in aula di essere uscito dal locale poco prima che il marocchino mandasse in frantumi il finestrino della sua auto. Peggio era andata a un suo conoscente, raggiunto da un pugno e poi da un pezzo di cemento scagliato dallo stesso J.H., che in seguito aveva rivolto la sua furia contro un’altra persona. I pezzi di cemento sarebbero stati prelevati dal muretto sbrecciato di una casa vicina, dove il presunto aggressore era inciampato andando a sbattere contro la recinzione.
La comproprietaria dell’abitazione, sentita anche lei a processo, ha confermato di aver visto il mattino dopo la recinzione rotta e sporgente, come se qualcuno ci si fosse appeso. Era sotto anche uno dei blocchi di cemento su cui si reggeva la rete. Per questo la donna ha presentato una querela per danneggiamento che è stata in seguito ritirata previo risarcimento del danno.
Il pubblico ministero Alessandro Bombardiere aveva chiesto per l’imputato, difeso dall’avvocato Cristina Botto, la pena di un anno e sei mesi per tutti i reati con l’eccezione del danneggiamento, ritenuto non provato. Il giudice ha assolto J.H. per questo solo capo d’imputazione a fronte della remissione di querela e lo ha condannato invece per le restanti accuse.
a.c.
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