Condannata la colf che cacciò il padrone di casa con lo spray al peperoncino
Il saluzzese aveva vissuto da confinato in casa sua per oltre sette mesi. Poi l’aggressione: “Brandiva una specie di crocifisso appuntito”Quattro mesi di reclusione per la colf che cacciò il padrone di casa a Saluzzo. La condanna del giudice Emanuela Dufour nei confronti di C.N., 38enne di nazionalità rumena, arriva al termine di una vicenda dai contorni incredibili. A raccontarla era stato l’ex datore di lavoro, autore di una querela - poi ritirata - per violazione di domicilio, minaccia aggravata e lesioni.
Un anno fa, ai primi di gennaio, al termine di una lite l’uomo aveva chiesto alla collaboratrice domestica di lasciare l’alloggio. Lei non l’aveva presa bene: “Mi ha minacciato con un oggetto, una specie di crocifisso appuntito: lo brandiva con il braccio alzato. Parlava in rumeno, quindi non ho capito cosa mi abbia detto”. A fronte dei successivi tentativi di convincerla ad andarsene, C.N. aveva adottato una sorta di “resistenza passiva”, rifiutando di ritirare la raccomandata con la notifica dell’interruzione del rapporto lavorativo: “Ho fotografato il documento e gliel’ho inviato su Whatsapp. Mi ha risposto con frasi sconclusionate”.
Fino all’estate inoltrata la signora si era trattenuta nell’abitazione, incurante di tutto. Con esiti davvero incresciosi per il legittimo proprietario: “In tutto questo periodo dormivo in ufficio - ha spiegato l’ex datore di lavoro -, però tornavo ogni tanto a casa alla sera. Durante il giorno non cambiava granché, considerato che per lavoro mi sposto di continuo”. I rapporti con colei che era divenuta ormai un’“inquilina” abusiva erano assai tesi: “Quando mi vedeva, diceva che non capiva perché venissi a prepararmi da mangiare alla sera, dato che potevo andare altrove. Una sera, in marzo, mi sono girato per chiudere la porta e me la sono trovata di fronte: mi ha spruzzato con lo spray al peperoncino, una sensazione atroce”.
Su questo episodio hanno riferito anche i carabinieri, intervenuti su richiesta dell’uomo. Dopo il ritiro della querela è rimasta in piedi la sola imputazione di minaccia aggravata, procedibile d’ufficio. Il pubblico ministero Raffaele Delpui ha quindi domandato la condanna dell’imputata, difesa dall’avvocato Davide Basso, a quattro mesi e quindici giorni. La deposizione della persona offesa è stata giudicata tanto più degna di fede dal momento che aveva ritirato la denuncia. “Non chiedo risarcimenti - aveva spiegato l’uomo - e non ho mai voluto infierire troppo su questa persona, perché non capisco se abbia problemi mentali oppure no. Volevo solo tornare in possesso della mia abitazione”.
a.c.
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