Condannato per truffa il presidente di una onlus morettese
Dopo la denuncia di un’altra associazione il 54enne, ex consigliere comunale, era stato accusato di aver rivenduto nel suo negozio articoli ricevuti in beneficenzaEra stata la querela presentata nel 2017 dalla presidente di un’associazione ludica con sede a Busca, il gruppo Teatroterapia Le Nuvole, a far partire gli accertamenti della Guardia di Finanza a carico di R.D.S., oggi 54enne, all’epoca titolare di un negozio “tutto a 1 euro” a Moretta.
L’uomo, ex consigliere comunale, è conosciuto per la sua attività di volontariato in favore dei disabili, svolta attraverso la onlus Santa Monica da lui fondata nel 2007. In questa veste aveva effettuato ordinazioni di materiale, perlopiù proveniente dalla ditta Caldezonia, da rivendere nei mercatini per finanziare le attività della onlus. Secondo la Procura, però, almeno una parte di quanto ricevuto a titolo gratuito dai suoi sponsor tra il 2015 e il 2017 era finito nel suo negozio all’insaputa anche delle associazioni che collaboravano con la Santa Monica. In tre occasioni, in particolare, risultavano essere state effettuate spedizioni all’indirizzo del gruppo Le Nuvole di cui l’associazione non era a conoscenza: di qui la denuncia e la costituzione di parte civile da parte della no profit buschese.
In aula R.D.S. ha respinto ogni accusa, sostenendo che la querela sarebbe stata motivata dall’acredine personale che la responsabile dell’altra onlus nutriva contro di lui dopo l’interruzione dei rapporti tra loro: in un diverso processo, incominciato sempre su querela della presidente dell’associazione Le Nuvole, lo stesso imputato è stato condannato lo scorso anno per diffamazione semplice e assolto da altre due diverse ipotesi di reato. “I capi dati in beneficenza da Calzedonia erano tutti fallati e privi di etichette” ha assicurato R.D.S., dicendosi inoltre “stupito” che le fiamme gialle non avessero rinvenuto dichiarazioni fiscali a nome della Santa Monica.
A carico del 54enne, cui erano contestate tre ipotesi di truffa e una sostituzione di persona, il pubblico ministero Anna Maria Clemente aveva chiesto la condanna a due anni e nove mesi di reclusione: “Non sono state rinvenute pezze giustificative e gli accertamenti sul conto corrente bancario hanno provato che solo una piccola parte delle donazioni è transitata sui conti dell’associazione. Nessun rendiconto, verbale di assemblee né bollettari fiscali in capo alla Santa Monica sono mai stati ritrovati”. Per la rappresentante dell’accusa rileva il fatto che anche altre due associazioni, il disciolto comitato commercianti morettesi e la Cos&Play, avessero disconosciuto le firme apposte sugli ordinativi a loro nome: “La Santa Monica - ha aggiunto il procuratore - non ha alcun atto costitutivo e nessuna carica: la sede era presso l’abitazione dell’imputato”. Per la parte civile costituita l’avvocato Federica Casasole aveva domandato un risarcimento quantificato in 10mila euro: “Calzedonia non poteva dare risposta a troppe richieste provenienti dalla stessa associazione, per questo si usava il nome di altre associazioni per ricevere ulteriori spedizioni. Si parla di 50mila capi per un totale di 18.300 euro in controvalore: non si tratta di capi fallati, su questo è stato molto chiaro il rappresentante dell’azienda che ha testimoniato trattarsi di beni utilizzabili”.
L’avvocato Savio a nome della difesa ha sostenuto che R.D.S fosse titolato a inoltrare richieste alle aziende a nome delle associazioni con cui aveva rapporti. “Molta parte della merce - ha aggiunto - era pressoché distrutta: dei dieci colli arrivati ai commercianti di Moretta solo due sono stati presi e gli altri otto portati in discarica da loro stessi, come confermato dai testi”. Da parte della Guardia di Finanza, ha sostenuto il legale, “non è stato fatto un corretto lavoro di disamina, perché i materiali nel garage non sono stati analizzati”.
All’esito dell’istruttoria il giudice Alice Di Maio ha condannato R.D.S. alla pena di tre anni di reclusione per una sola delle ipotesi di truffa contestate. L’imputato è stato invece assolto dall’accusa di sostituzione di persona perché il fatto non sussiste. Dovrà comunque corrispondere all’associazione Le Nuvole un risarcimento quantificato in 5mila euro.
a.c.
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