Costigliole Saluzzo, dopo la lite con l’ex cognata finisce a processo per minaccia e violenza privata
L’imputato avrebbe inveito contro la ex perché aveva cambiato la serratura di casa: “Davanti alle bambine diceva che avrebbe bruciato la casa con tutti dentro”Una lite furibonda sfociata in un procedimento penale dopo la denuncia della sorella di una donna residente a Bene Vagienna, ex moglie dell’attuale imputato: è la motivazione per cui un uomo, C.G., si trova ora a rispondere di accuse di minaccia e violenza privata.
La vicenda risale al 2 giugno del 2017, quando C.G. - come da accordi - era passato a prendere le due figlie a casa dei nonni materni, a Costigliole Saluzzo. In precedenza, l’uomo aveva avuto una violenta discussione al telefono con l’ex cognata: secondo le ricostruzioni, protestava per il fatto che fosse stata cambiata la serratura dell’abitazione un tempo condivisa. Nel corso della burrascorsa conversazione telefonica sarebbero state proferite frasi come “ti faccio ammazzare dai miei amici delinquenti per non sporcarmi le mani”, “ti porteranno via a pezzi perché sei troppo grassa per entrare nella bara” e “ti faccio finire al cimitero come tuo fratello”. Questa sarebbe stata la causa scatenante della furia dell'imputato, esplosa alla vista della ex moglie che nel frattempo aveva raggiunto la casa dei genitori.
Sul posto erano sopraggiunti anche l’attuale compagno di lei e un avvocato, accompagnato dalla moglie nonché amica personale della donna. Erano stati proprio questi ultimi ad avvertire una pattuglia di carabinieri di passaggio del fatto che C.G., dopo aver proferito gravi minacce al telefono, stava per raggiungere il paese: “È comparso una decina di minuti dopo il nostro arrivo - ha ricordato un carabiniere in aula - e ha subito cominciato a minacciare e insultare l’ex moglie e l’ex suocero dicendo che non era giusto che fosse stato cacciato di casa”. Ne sarebbe seguita una sequela di ingiurie, urlate all’indirizzo della donna davanti alle figlie, alla famiglia di lei e ai militari. L’attuale convivente della donna ha affermato inoltre di avere visto C.G. prendere per il collo l’ex suocero: “Quando è arrivato era già alteratissimo, davanti alle sue bambine diceva che avrebbe bruciato la casa con tutti dentro”.
Il pubblico ministero, chiedendo per l’imputato la condanna a dieci mesi di reclusione, ha sostenuto che il comportamento dell’uomo abbia “travalicato i limiti dell’agire, giungendo quasi al limite dello stalking”. Analoghe considerazioni sono state svolte dall’avvocato di parte civile, che ha quantificato il danno subito dalla signora in 5mila euro. A parere della difesa, “la presunta minaccia ‘do fuoco all’abitazione se non mi restituisci le chiavi’ non è emersa dalla deposizione di nessun teste tranne la parte offesa, che sostiene di aver ricevuto la telefonata di C.G. mentre era in auto con la sorella. Sua sorella però non ha sentito nulla”. In ogni caso, ha concluso l’avvocato domandando l’assoluzione per il suo assistito, “si può parlare al massimo di tentata minaccia, nel contesto di una certa provocazione: C.G. non riusciva a entrare in quella che era tuttora casa sua per recuperare le sue cose, poiché l’ex moglie aveva cambiato serratura e rifiutava di dargli le chiavi”.
Il prossimo 28 gennaio è attesa la sentenza del giudice.
a.c.
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