Il coltello alla gola mentre conta i soldi in auto: attimi di terrore per un morettese
Il 67enne ha rievocato in tribunale la rapina di cui era stato vittima, dopo aver prelevato il denaro da un bancomat. La minaccia: “Dammi i soldi o ti taglio la gola”“Dammi i soldi o ti taglio la gola”: una minaccia ripetuta più volte, da parte di un malvivente che gli stava puntando un coltello contro il collo, attraverso il finestrino aperto dell’auto. La terribile esperienza di un uomo residente a Moretta è stata rievocata in tribunale, dove un pregiudicato di 37 anni, Andrea Zanda, è ora a processo per tentata rapina.
I fatti risalgono al luglio di due anni fa, quando la vittima, all’epoca 65enne, era uscita per fare la spesa e si era fermata al bancomat a prelevare. “Dietro di me c’era solo un ragazzino biondo, non ho visto nessun altro” ha ricordato. Qualcun altro invece era sopraggiunto, nel momento in cui lui era rientrato in auto e si accingeva a contare le banconote e riporle nel portafoglio: “Ho aperto il finestrino a metà, faceva molto caldo. Mi sono trovato davanti quest’uomo con il coltello, che ha infilato il braccio nell’abitacolo”. Secca la minaccia, ripetuta più volte: “D’istinto l’ho bloccato e gli ho risposto ‘i soldi sono miei, ho lavorato quarantaquattro anni’. Lui ha iniziato a spingere, allora mi è venuta l’idea di premere il clacson”.
Intuizione felice, perché il rapinatore si era dato alla fuga. L’altro uomo aveva avuto anche la prontezza di inseguirlo: “Ma non sapevo quale via avesse imboccato, vedendo un passante gli ho chiesto se lo avesse visto e mi ha risposto di no”. Di lì a poco il morettese si era recato dai carabinieri a riferire la sua brutta avventura. Il malvivente era stato descritto come un soggetto di corporatura e altezza media, con i capelli scuri: “Indossava un cappellino, una catenina e una maglietta scura. Ho notato che aveva un giubbotto marroncino legato alla vita, questo mi era sembrato strano per via del caldo di quei giorni”. In paese, ha aggiunto, non l’aveva mai notato né prima né dopo.
Dopo un’infruttuosa ricerca sul posto, i carabinieri sarebbero arrivati a Zanda nei giorni successivi, acquisendo i video dell’ufficio postale e di una vicina tabaccheria. Il presunto rapinatore era poi stato riconosciuto senza ombra di dubbio dalla persona offesa. Originario di Carignano, l’imputato era già salito alle cronache dieci anni fa perché responsabile di una serie di rapine in banca nel Torinese, fra Trofarello e Virle Piemonte. Insieme a un complice minorenne aveva preso in ostaggio un dipendente, durante uno dei colpi.
Il 12 marzo prossimo si attende il completamento dell’istruttoria a suo carico.
Andrea Cascioli
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