Il revenge porn non fu opera dell’ex: assolto per le foto intime inviate ai parenti della donna
Per la Procura l’ex fidanzato voleva screditare la vittima anche col nuovo compagno, la difesa ribatte: “Si era fatto una famiglia con un’altra, non c’era motivo”Non fu una vendetta dell’ex fidanzato, secondo il tribunale, a provocare l’invio non autorizzato di decine di immagini private che ritraevano una donna di origine albanese, residente nel Saluzzese. I destinatari erano i parenti di lei, compresa una nipote minorenne, e altre persone estranee alla famiglia. Tra queste il nuovo compagno della vittima e sua sorella. Quest’ultima ha ricordato anche di aver risposto alla telefonata di un uomo che le chiedeva informazioni: “Faceva domande mirate sulla signora, diceva di sapere che stava con mio fratello. Io non gli ha dato modo di andare avanti. Non so se fosse la stessa persona da cui ho ricevuto le foto”.
La Procura è convinta di sì, per questo era stata chiesta una condanna a un anno e due mesi più 6000 euro di multa per M.G., connazionale ed ex convivente della vittima, residente a Verzuolo. “L’unico che aveva interesse a diffondere le fotografie, perché nutriva il massimo risentimento verso la persona offesa” secondo il pubblico ministero Alessandro Borgotallo. E soprattutto, ha aggiunto, l’unico che avrebbe avuto nella sua disponibilità le fotografie: “La donna ha spiegato che erano foto risalenti, scattate per lo stesso M.G. allora suo fidanzato: erano foto chiaramente private e che la stessa non aveva dato ad altri. La prova che lui le avesse ce la dà anche il tecnico che le ha trovate nel dispositivo sequestrato all’imputato”. Una prova ulteriore, sostiene l’accusa, viene dal fatto che tra i destinatari ci fosse l’uomo con cui lei aveva intrecciato una relazione nel frattempo: “Chi aveva interesse a mandare quelle foto al nuovo compagno? Il vecchio compagno che voleva screditarla, dicendogli ‘guarda chi ti sei messo in casa’”.
Sul punto la difesa, rappresentata dall’avvocato Enrico Gaveglio, ha posto varie obiezioni: “Se non altro sotto il profilo dubitativo, non c’è certezza che le fotografie siano partite da quel supporto e siano state inviate altrove”. Nel cellulare sequestrato all’indagato, ha sottolineato il legale, non era stata ritrovata la sim da cui erano partiti i messaggi: “Se è sparita la sim, era molto più semplice far sparire anche il telefono: se non è stata trovata è perché probabilmente non è mai stata associata a quel telefono”. Tra i due ex fidanzati ci sono stati anche altri pregressi giudiziari, che tuttavia hanno portato solo ad archiviazioni. L’accusato, nel frattempo, aveva a sua volta iniziato una nuova relazione culminata nella nascita di un figlio: “Che motivo avrebbe avuto, dopo essersi fatto una famiglia, di andare a disturbare una ex fidanzata di cui nulla gli importava?”.
Il giudice Marco Toscano ha considerato il reato non procedibile per difetto di querela in riferimento a due degli episodi contestati e assolto l’imputato, per non aver commesso il fatto, dalle residue contestazioni.
Andrea Cascioli
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