Lavoratori clandestini e impianto elettrico ‘fai da te’: condannata un’imprenditrice cinese
Spresal e Finanza avevano segnalato numerose irregolarità in una ditta di lavorazione della pietra di Bagnolo Piemonte. Dopo le multe, l’azienda è ‘sparita’L’impianto elettrico era “un disastro”, a detta degli ispettori dello Spresal che avevano effettuato il sopralluogo: fili posati ovunque e lasciati senza rivestimenti, ciabatte casalinghe, nessuna presa a terra. Fra i quattro operai presenti, tutti cinesi privi di documenti, solo uno aveva la mascherina per proteggersi dalle polveri e nessuno indossava occhiali protettivi contro le schegge.
Per questo gli ispettori dello Spresal, dopo un sopralluogo agli inizi di gennaio 2018, avevano subito sospeso l’attività di una ditta di lavorazione della pietra di Bagnolo Piemonte. La titolare L.H., cittadina cinese, è stata in seguito denunciata per violazione delle norme sulla sicurezza lavorativa.
I primi a segnalare le evidenti irregolarità erano stati i finanzieri di Saluzzo nel corso di un controllo. I dipendenti lavoravano in un piazzale con smerigliatrici e altri macchinari. L’alimentazione elettrica proveniva da un vicino caseggiato che fungeva anche da spogliatoio per gli operai. Al momento del sopralluogo la titolare era assente, ma si era presentata alcuni giorni dopo presso gli uffici dell’Asl per ricevere le contestazioni e gli adempimenti da svolgere per mettersi in regola.
Dell’imprenditrice e della sua azienda, però, non si è più saputo nulla in seguito. La donna infatti non si era più resa reperibile alle autorità e la cascina era stata svuotata di tutto a distanza di poco tempo. Nemmeno le multe elevate dallo Spresal e dalla Guardia di Finanza sono mai state pagate.
Alla luce di tutto questo, la Procura ha chiesto per la donna la condanna a due mesi di arresto. Il giudice ne ha riconosciuto la colpevolezza, fissando in cinque mesi di arresto la pena erogata.
a.c.
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