Lite ai vertici del sindacato fisioterapisti, sotto accusa un professionista saluzzese
L’attuale segretario dello Spif Ar ha querelato per diffamazione il suo predecessore a causa di un post su Facebook: 'Per colpa sua abbiamo perso iscritti'Si è trasformato in un’annosa battaglia legale l’avvicendamento al vertice del sindacato professionale dei fisioterapisti Spif Ar, avvenuto nell’ormai lontano 2013. Protagonisti della contesa, che dai congressi di categoria è approdata alle aule di tribunale, sono l’ex segretario e tesoriere nazionale G.C. e l’attuale segretario nazionale R.F., suo successore.
Il procedimento per diffamazione in corso a Cuneo nasce da un post pubblicato nel novembre 2016 dal dottor G.C., fisioterapista e osteopata operante nel Saluzzese. Nel suo scritto si menzionava un non precisato “collega nisseno” definito “vile” e “vergognoso”: i nisseni sono gli abitanti di Caltanissetta e secondo R.F., nativo di San Cataldo e residente proprio a Caltanissetta, quel riferimento indiretto sarebbe fin troppo trasparente.
L’attuale segretario dello Spif Ar lamenta il fatto che quel post avrebbe leso non solo la sua reputazione ma quella del sindacato: “Ho saputo della pubblicazione dalle segnalazioni di colleghi e sindacalisti, e addirittura dai vertici dell’associazione nazionale dei fisioterapisti. La figura di G.C. è molto conosciuta nel nostro ambiente professionale e i suoi commenti hanno avuto ripercussioni”. Le conseguenze, a suo dire, sarebbero tali da aver concorso a provocare una flessione degli iscritti all’organizzazione, che avrebbe perso circa il 15% degli aderenti negli ultimi anni.
L’origine degli attriti risalirebbe secondo R.F. al loro avvicendamento ai vertici del sindacato, avvenuto nel maggio 2013. Ne nacque poco dopo un contenzioso relativo ad alcune somme che G.C. sosteneva di aver diritto a vedersi rimborsare: “La direzione nazionale chiedeva pezze d’appoggio che lui non produsse mai. Per questo gli fu liquidata una somma inferiore” sostiene il suo successore.
G.C., che era già stato deferito ai probiviri, venne in seguito allontanato dall’organizzazione. Ma questo, secondo il suo collega, non avrebbe niente a che fare né con i loro dissidi personali né con il deferimento: “Il motivo per cui è stato cacciato dal sindacato è che non aveva pagato la quota di iscrizione. Non avrebbe avuto titolo nemmeno per partecipare all’assemblea, a prescindere dal provvedimento disciplinare”.
Nel corso di un altro procedimento a Chieti, ricorda ancora R.F., l’ex segretario è stato condannato in primo grado per diffamazione nei confronti del presidente dei probiviri dello Spif Ar. A Caltanissetta, invece, è stato assolto sia davanti al giudice di pace che in tribunale dall’accusa di minaccia nei suoi confronti.
La prossima udienza del processo in corso a Cuneo è fissata al 16 dicembre.
a.c.
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