Moretta, imprenditore edile sotto accusa per un infortunio ‘fantasma’
L’imputato, un 41enne rumeno di Chieri, avrebbe assunto un connazionale come imbianchino in un suo cantiere. Dopo l'incidente, l'uomo non ha più potuto lavorareInfortuni sul lavoro e assunzioni in nero non sono - purtroppo - fenomeni nuovi né poco diffusi, specie in settori come l’edilizia. Quando però i due problemi si sommano l’uno all’altro le conseguenze rischiano di essere ancora peggiori per chi abbia la sfortuna di subirle.
È quanto sostiene un 41enne rumeno residente a Chieri, parte offesa nel processo intentato contro il suo connazionale A.G., titolare di un’impresa edile, che nel febbraio 2017 lo avrebbe reclutato per eseguire alcune tinteggiature in un edificio in costruzione a Moretta.
I due si erano recati insieme nel cantiere dove l’ex imbianchino e muratore sostiene di aver lavorato due giorni, finché una brutta caduta da un trabattello, a circa due metri e mezzo di altezza, aveva posto una brusca fine al suo rapporto con l’edilizia. A.G., afferma l’uomo, si sarebbe limitato a riaccompagnarlo a casa retribuendolo con cento euro e non avrebbe mai denunciato l’infortunio all’Inail, dato che la sua presenza in quel cantiere era irregolare. Una volta a casa, l’infortunato si era recato al Pronto Soccorso scoprendo così di essersi fratturato la caviglia sinistra: per lui 150 giorni di prognosi, una placca alla caviglia e un’invalidità permanente che oggi gli rende impossibile continuare a svolgere il lavoro che faceva prima.
Al momento dell’infortunio il 41enne si trovava da solo sull’impalcatura. I muratori e gli idraulici presenti nel cantiere hanno tutti confermato di averlo visto sul posto, ma non di averlo visto lavorare. Dal canto suo, l’imputato smentisce di aver mai assunto l’imbianchino: sarebbe venuto un solo giorno e soltanto per fargli un preventivo. Oltretutto, sostiene A.G., l’uomo zoppicava già prima di arrivare in cantiere e nessuno avrebbe commissionato quella specifica ritinteggiatura che - secondo la ricostruzione dell’accusa - il lavorante stava effettuando quando è caduto.
A sostegno dell’ipotesi formulata dalla Procura, rappresentata dal sostituto procuratore Attilio Offman, pesano invece la pacifica presenza dell’infortunato sul cantiere e le lunghe telefonate effettuate con il presunto datore di lavoro nei giorni precedenti: segno, secondo il pm, che un accordo c’era già e che l’uomo si era recato a Moretta per svolgere una mansione già assegnata e non per un semplice preventivo.
In considerazione dell’assenza di risarcimenti e della condotta contraria alla prevenzione degli infortuni sul lavoro, il pubblico ministero ha chiesto per l’imprenditore edile di Chieri la condanna a 4 mesi di carcere. La parte civile, rimarcando il fatto che l’infortunato ha perso la possibilità di ottenere altri impieghi nel settore edilizio, ha quantificato il danno patrimoniale in 20700 euro, più 5mila euro per la perdita delle possibilità lavorative e 3mila euro di danni morali. La difesa ha chiesto invece la piena assoluzione.
Il prossimo 17 ottobre è prevista la sentenza del giudice Massimo Scarabello.
a.c.
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