Omicidio di Barge, l’assassino di Anna Piccato torna in tribunale a Cuneo
Daniele Ermanno Bianco è stato condannato per porto di armi improprie. Domani l’udienza per il brutale delitto di cui è reo confessoA far notizia non è la condanna, limitata a un’ammenda di 1500 euro contro i sei mesi di arresto chiesti dal pubblico ministero, ma l’imputato. Il 41enne Daniele Ermanno Bianco è l’omicida reo confesso di Anna Piccato, la pensionata di Barge uccisa il 23 gennaio scorso con undici colpi di chiave inglese al volto.
Questa volta è tornato in tribunale a Cuneo, con le manette ai polsi, per rispondere di porto d’armi improprie. Una vicenda risalente all’inizio di settembre 2018, meno di quattro mesi prima che un efferato e assurdo delitto lo rendesse protagonista delle cronache nazionali.
“Mentre eravamo di pattuglia abbiamo notato un motorino rosso senza targa. Provava a defilarsi, quando l’abbiamo fermato abbiamo subito riconosciuto Bianco” ha raccontato uno dei carabinieri intervenuti. Bianco, fornito di una serie di precedenti per furti e piccoli reati, era ben noto alle forze dell’ordine: “Appariva agitato, provava a nascondere qualcosa nei pantaloni”.
Dalla successiva perquisizione erano spuntati due coltelli a serramanico e un taglierino, per i quali il 41enne aveva addotto giustificazioni che ha ripetuto in aula: “Lavoravo in campagna, quel mattino stavo tornando dalla raccolta delle zucchine. Mi hanno fermato a cinquecento metri da casa e ho provato a spiegarmi”. Bianco ha lamentato anche il fatto che nel verbale i militari non abbiano dato atto delle sue ragioni: “Hanno scritto tutto loro e me l’hanno consegnato solo tre giorni dopo”.
L’avvocato Davide Ambrassa ha rimarcato questa circostanza, sottolineando che il carabiniere sentito come testimone “non ha escluso che Bianco avesse giustificato il possesso dei coltelli e del taglierino”. Il giudice ha condannato l’imputato a una sanzione pecuniaria riconoscendo però la lieve entità del fatto.
Per l’assassinio della 70enne Anna Piccato detta Anita, ex dipendente dell’Indesit e volontaria in Croce Rossa, Bianco rimane tuttora l’unico indagato. A inchiodarlo dopo pochi giorni di indagini sono state le immagini delle telecamere e il Dna della vittima ritrovato sulle sue scarpe e il suo zaino. Mai ritrovata invece l’arma del delitto, mentre anche sul movente - nonostante la confessione - aleggiano dubbi: il pregiudicato ha detto di aver agito per soldi, ma il bottino irrisorio della rapina (appena 3 euro e venti centesimi) induce a ipotizzare che dietro a tanta violenza potessero esserci altre ragioni.
Nel corso dell’udienza preliminare davanti al giudice Emanuela Dufour, tenutasi lo scorso 10 ottobre, il difensore ha chiesto che l’uomo venga sottoposto a una perizia psichiatrica. Il giudice si è riservata di decidere nella prossima udienza che si terrà domani (giovedì 14 novembre). Per allora la difesa valuterà anche la scelta del rito processuale da chiedere.
Il marito e le due nipoti della signora Anita si sono già costituiti parti civili, assistiti dall’avvocato Francesco Bosco.
a.c.
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