Saluzzo piange la scomparsa di Isacco Levi: oggi i funerali nel cimitero ebraico
Aveva 95 anni. Sfuggito alla deportazione verso i campi di sterminio, si unì ai partigiani dopo l'8 settembre del 1943Si svolgeranno oggi, martedì 10 settembre alle 14.30, presso il cimitero ebraico di Saluzzo, le esequie di Isacco Levi, scomparso la notte scorsa nella casa di riposo di Moretta all’età di 95 anni. Era sfuggito alla deportazione che ha portato allo sterminio di 13 suoi famigliari. Vedovo di Clemenza Galletto, lascia le figlie Amelia e Pia.
Nel cimitero israelitico di Saluzzo sono presenti a ricordo della famiglia Levi 13 Stelle di David. Sfuggito alla cattura, dopo l’8 settembre, si unì ai partigiani e fu comandante della Squadra volante della 181° brigata Garibaldi Mario Morbiducci, attiva in valle Varaita.
Nel 2005, insieme ad Alessio Ghisolfi, è stato autore del libro “I Levi di via Spielberg”, in cui ha raccontato i fatti vissuti dalla sua famiglia. La prefazione del volume è del giudice Giancarlo Caselli. Fu ricevuto dai Presidenti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2005 e da Giorgio Napolitano nel 2009. Il 25 aprile 2014 il sindaco di Busca Luca Gosso gli consegnò la cittadinanza onoraria di Busca (e del Comune di Costigliole Saluzzo) “in segno di stima e apprezzamento e in quanto testimone e protagonista della lotta di Resistenza a Busca e nel Saluzzese”.
Comandante partigiano
Levi fu comandante di distaccamento e di battaglione partigiano nella squadra volante della 181ª Brigata Mario Morbiducci, XI Divisione Saluzzo. Nell'inverno 1944 trascorse alcuni mesi in una grotta nel comune di Rossana insieme con i suoi compagni e trovò rifugio e fu aiutato anche da alcune famiglie di Busca, sino al 27 aprile 1945, quando Cuneo e Saluzzo vennero liberate. Tutta la sua famiglia in quanto ebrea fu deportata ad Auschwitz, da dove non tornò nessuno. La mamma Pia Clelia, il fratello Lelio, la sorella Amelia che aveva solo 17 anni, la zia Beniamina, lo zio Aldo, che camminava a fatica sulle stampelle, la nonna materna Anna Segre, il nonno paterno Felice, il prozio Marco (che prima della dittatura era stato uno degli organizzatori della sezione locale del Partito Socialista), la prozia Gemma Colombo, le cugine Annetta, balia e cucitrice, Regina ed Eleonora, che in famiglia chiamavano Norina, il cugino Elia Levi (militare della Guardia di Finanza a Torino fino al 1938).
Il dovere di raccontare
Isacco raccontava spesso che sua nonna, Anna Segre, si trovò per qualche giorno a dividere la cella alle Carceri Nuove di Torino con la scrittrice Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana in valle Varaita. Fu lei ad informare Anna Segre che Isacco era vivo, in Valle Varaita. A quella notizia il viso della nonna si illuminò e disse “par boneur ca iè salvase cheidün ca peul cuntè”, per fortuna che si è salvato qualcuno che potrà raccontare. E durate tutta la sua vita ha condotto l’opera di divulgazione della memoria e del dramma del nazismo con interventi nelle scuole e nella società.
r.c.
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