Un cenno di saluto all’amico inguaia il presunto rapinatore, inchiodato dalla telecamera
Il pregiudicato 38enne è accusato di aver puntato il coltello alla gola di un pensionato a Moretta. La vittima aveva appena prelevato denaro dal postamatSolo un breve cenno con la mano, indirizzato a un conoscente che in quel momento stava acquistando le sigarette da un distributore automatico. Tanto è bastato per individuare il presunto artefice di un tentativo di rapina ai danni di un pensionato di Moretta, fermato in auto con la minaccia di un coltello puntato alla gola.
“Dammi i soldi o ti taglio la gola” avrebbe detto il malvivente alla vittima, infilando il braccio nel finestrino aperto della macchina parcheggiata. Il 65enne aveva appena prelevato denaro contante da un vicino postamat: “D’istinto l’ho bloccato - ha raccontato - e gli ho risposto ‘i soldi sono miei, ho lavorato quarantaquattro anni’. Lui ha iniziato a spingere, allora mi è venuta l’idea di premere il clacson”. Il rapinatore a quel punto si era dato alla fuga, senza indugiare oltre.
Il riconoscimento è stato piuttosto complesso, come ha poi ricostruito in aula il maresciallo maggiore Antonio Frasca, comandante dei carabinieri di Moretta. Il pensionato aveva fornito una sommaria descrizione del soggetto: corporatura e altezza media, capelli scuri, indosso un cappellino, una catenina e una maglietta scura. Un particolare che aveva attirato la sua attenzione, in piena estate, era il fatto che l’uomo avesse un giubbotto legato alla vita, di colore marroncino: “Mi era sembrato strano per via del caldo di quei giorni”. All’inizio gli investigatori avevano sottoposto alla vittima la fotografia di un sospettato, già segnalato per altre rapine in quei giorni. In un secondo riconoscimento, pochi giorni dopo, il 65enne aveva indicato un’altra persona, all’interno di un album fotografico.
Nessuna delle sei immagini ritraeva però il volto di Andrea Zanda, l’uomo che oggi si trova a processo. A lui i carabinieri sono arrivati proprio grazie a quel saluto, immortalato da una telecamera vicina. “Abbiamo estrapolato un fotogramma e riconvocato la persona offesa, chiedendogli se riconoscesse l’individuo” ha spiegato il maresciallo maggiore. Zanda, 38 anni, originario di Carignano (Torino), era già salito alle cronache dieci anni fa perché responsabile di una serie di rapine in banca nel Torinese. Insieme a un complice minorenne, in un’occasione, aveva preso in ostaggio un dipendente.
Secondo i carabinieri è proprio lui l’artefice della tentata rapina: “Le immagini erano molto chiare, si percepivano le fattezze e il volto”. Il soggetto era stato individuato pochi istanti prima di svoltare l’angolo sulla stessa strada dove il pensionato aveva parcheggiato. Nella residenza del sospettato, in seguito, erano stati sequestrati un paio di jeans bermuda e di scarpe compatibili con quelle indossate dal rapinatore. Nella prossima udienza, il 4 giugno, in tribunale dovrebbe comparire la persona a cui era stato rivolto il saluto quel giorno.
Andrea Cascioli

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