Un gruppo di adolescenti denuncia: “Ci ha minacciati con la pistola”. Ma era un accendino
I fatti sarebbero avvenuti in piazza del Popolo a Manta. Il sospettato, rintracciato dai carabinieri, è finito a processo anche per porto di oggetto atto ad offendereTutto sarebbe incominciato con una lite nel pieno centro di Manta, per la precisione in piazza del Popolo. Un dissidio per cause non precisate scoppiato in una sera di giugno dello scorso anno tra L.N., originario di Cosenza e residente in paese, e un immigrato africano: “Abbiamo visto che stava per mettere le mani addosso al signore di colore mentre un’altra persona cercava di fermarli. Noi siamo intervenuti solo per dirgli di non fare casino in piazza”.
Questa la versione ribadita dai vari testi del processo a carico di L.N., tutti ragazzini minorenni che quella sera si erano dati appuntamento di fronte al municipio. Stando alle testimonianze, l’uomo si sarebbe allontanato in bicicletta così come l’altro protagonista del diverbio. Passato qualche tempo, però, gli adolescenti l’avevano visto ricomparire portando al guinzaglio il suo cane pitbull: “Mi ha fatto cenno di avvicinarmi, poi ha estratto una pistola da dietro alla schiena e me l’ha puntata alla testa dicendo che mi avrebbe sparato se mi fossi ancora intromesso” ha raccontato un giovane all’epoca appena quattordicenne. Dopodiché lo stesso individuo si sarebbe accostato al capannello degli amici, a pochi metri di distanza, ripetendo lo stesso gesto: “Ci disse ‘se fate ancora i furbi sparo a tutti in testa’”.
Terrorizzati dalle minacce ricevute, i ragazzi avevano atteso che l’uomo si allontanasse di nuovo per chiamare i carabinieri. I militari avevano ascoltato il loro racconto e in base alle descrizioni fisiche erano riusciti a individuare il presunto autore di quel folle gesto nella persona di L.N., soggetto già noto alle forze dell’ordine. “Aveva addosso i jeans e la felpa descritti dai ragazzi” ha riferito l’appuntato scelto Angelo Tomassoni, che ha aggiunto: “In un cassetto della cucina abbiamo trovato un oggetto metallico a forma di pistola della lunghezza di 18 centimetri, senza tappo rosso. È risultato essere in realtà un accendino”.
Al padrone di casa è stato comunque contestato il reato di porto di oggetto atto ad offendere, assieme all’imputazione di minaccia. Il prossimo 20 dicembre è attesa la conclusione del procedimento a suo carico.
a.c.
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