Un’altra condanna per Daniele Ermanno Bianco, l’assassino della pensionata Anna Piccato
Il 42enne, già condannato all’ergastolo per il brutale omicidio dello scorso anno, era accusato di essere responsabile di alcuni furti in abitazione a BargeQuesta volta non è voluto comparire in tribunale il 42enne Daniele Ermanno Bianco, già condannato all’ergastolo in settembre per il brutale omicidio della pensionata Anna Piccato.
L’ex muratore, originario di Luserna San Giovanni in provincia di Torino ma da tempo residente a Barge, era accusato di furto e tentato furto in relazione alle effrazioni verificatesi nel novembre 2017 in alcune abitazioni del paese. Ad essere prese di mira erano state due case in borgata Pian Lissard, in quel momento disabitate. Nel primo caso il ladro aveva scassinato il lucchetto di una cantina, salendo poi sul balcone per sfondare i doppi vetri della finestra e sottrarre alcuni attrezzi da lavoro. Nel secondo caso aveva scavalcato una recinzione, armato di piccone, per sbirciare nei locali di una cantina.
È stata la prudenza della vittima dell’effrazione più grave a fornire elementi di prova consistenti contro Bianco: il proprietario, che aveva subito ben cinque furti in precedenza, aveva infatti collocato alcune telecamere in giardino. Ben poca cosa il bottino dell’effrazione: una carriola nuova con attrezzi da muratore, un decespugliatore, una piastra a induzione. In seguito a una perquisizione, nello stesso novembre 2017, Bianco era stato denunciato anche per la detenzione illegale di una sciabola che teneva in camera da letto. Il sostituto procuratore Pier Attilio Stea ha chiesto per Bianco, già gravato da vari precedenti per reati contro il patrimonio, una pesante condanna quantificata in sette anni e nove mesi di detenzione, più ulteriori due mesi di arresto per la detenzione illegale di arma.
Pacifica, secondo il rappresentante della Procura, la corrispondenza con la figura armata di piccone visibile in alcuni fotogrammi del filmato e già riconosciuta, a suo tempo, dai carabinieri di Barge che avevano acquisito le immagini. Di diverso parere l’avvocato Davide Ambrassa, il quale ha rilevato in particolare l’incertezza sul dato temporale: nessuno dei due proprietari, residenti entrambi fuori paese, è certo che le effrazioni fossero avvenute nella stessa notte. Neanche la presunta refurtiva sequestrata a Bianco era stata riconosciuta con sicurezza dalle vittime dei furti.
Al termine del procedimento, il giudice Elisabetta Meinardi ha assolto l’imputato per il furto ma lo ha condannato alla pena di un anno per la violazione di domicilio relativa al secondo capo d’accusa. Un’ulteriore condanna a due mesi di arresto è stata comminata per la detenzione illegale di arma.
a.c.
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