Aggredì il capotreno perché senza biglietto: “Mi paragonava a Hitler”
Il ferroviere, all’epoca 23enne, ha ricostruito in aula i fatti. A Savigliano il giovane africano si accanì anche contro gli agenti della Polfer, accusandoli di razzismoAveva minacciato e cercato di colpire più volte il capotreno, accusandolo di razzismo: “Né in Francia né in America succedono queste cose” gli avrebbe detto tra l’altro.
L’intemperanza, però, è costata un processo e una condanna per lesioni, minaccia e resistenza a un giovane di origini africane, M.A., che nell’ottobre del 2019 aveva dato in escandescenze sulla banchina della stazione di Savigliano. Il ragazzo, residente in provincia, doveva rispondere anche di oltraggio a pubblico ufficiale, relativa alla frase “razzisti di m…” pronunciata all’indirizzo degli agenti della Polfer intervenuti. Da questa ulteriore imputazione, tuttavia, è stato assolto.
La lite con il ferroviere si era scatenata a bordo del convoglio sul quale M.A. viaggiava, lungo la tratta tra Torino e Cuneo. Il passeggero era stato trovato senza biglietto insieme ad altre due persone, una delle quali - un 56enne italiano senza fissa dimora - avrebbe innescato la polemica con l’addetto ai controlli: “A Cavallermaggiore ho incrociato tre persone senza biglietto. Poiché dicevano di non avere soldi né documenti, ho chiesto loro di scendere alla prossima stazione, avvertendoli che in caso contrario avrei dovuto chiamare la polizia” ha spiegato il capotreno, all’epoca 23enne.
Da quella richiesta sarebbe nata la discussione: “M.A. ha preso a darmi del razzista e paragonarmi a Hitler, veniva istigato in questo dall’uomo più anziano. Poi mi ha minacciato dicendo che avrei dovuto fare attenzione, perché lui viaggiava spesso su quel treno e ci saremmo rivisti. Non ricordo però di averlo incontrato né prima né dopo”. Arrivati in stazione, il ferroviere aveva chiesto l’intervento degli agenti della Polfer, già presenti sulla banchina. Su quanto accaduto in seguito ha riferito l’assistente capo Laura Acciavatti: “Il ragazzo è rimasto sul treno, siccome il convoglio era pieno di studenti lo abbiamo invitato a calmarsi e abbiamo cercato di evitare che le cose degenerassero”.
L’immigrato, però, avrebbe reagito all’intimazione scagliandosi contro il capotreno: “Lo ha minacciato e ha cercato di colpirlo più volte. Gli dava anche del razzista. Per evitare che potessero cadere tutti e due sulle rotaie lo abbiamo atterrato”. L’accusa di lesioni è giustificata dal fatto che M.A. aveva scalciato contro i tre agenti, procurando a tutti loro ferite che sono poi state refertate in Pronto soccorso. Il sovrintendente Acciavatti ha precisato che il fermato si era mostrato molto più ragionevole dopo l’allontanamento del capotreno.
Il giudice Elisabetta Meinardi ha condannato l’imputato a sette mesi di reclusione, con pena sospesa.
a.c.
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