Botte, minacce e dispetti dalla vicina, una settantenne di Savigliano denuncia lo stalking
Anche altri residenti parlano delle aggressioni e dei danneggiamenti: “Ne ha fatte di tutti i colori in quel condominio” afferma un testimoneVivere con l’incubo della vicina di casa, al punto di smettere di uscire da sola o quasi, per il terrore di incontrarla: “Esco il meno possibile. Se la sento o la vedo cerco di non uscire” dice una donna settantenne, residente a Savigliano, parlando della 67enne con cui condivide lo stesso pianerottolo.
A confermare le sue parole è uno dei condomini: “Ci sono stati un paio di mesi in cui la signora aveva paura di uscire di casa da sola. Spesso quando io uscivo lei mi chiedeva di aspettarla e accompagnarla: aveva paura di fare il tragitto da casa al supermercato e viceversa”. G.G., classe 1958, originaria di Castellammare di Stabia (Napoli), è la persona descritta come lo “spauracchio” della sua dirimpettaia e non solo. In un precedente processo, diverso da quello per stalking e lesioni in corso, era stata condannata per aver versato una sostanza corrosiva sull’auto di una vicina: “Ne ha fatte di tutti i colori in quel condominio: le biciclette sono state devastate, tra copertoni, camere d’aria e campanelli rubati. Nel condominio sanno che lei ha queste manie, come far sparire i tappetini di ingresso” sostiene uno dei testimoni.
L’episodio più grave, tra quelli per cui è di nuovo a giudizio, riguarda due distinte aggressioni che la persona offesa denuncia di aver subito, una volta sulle scale del palazzo, un’altra volta in strada. “Uscivo dall’ascensore, mi ha presa per il collo sbattendomi contro il muro e mi ha fatto anche male: sono intervenuti i vicini, chiamando poi i carabinieri” ricorda la persona offesa, a proposito del primo episodio. I vicini accorsi hanno confermato di aver soccorso la signora, senza però notare la presenza di G.G. nei paraggi. Quel mattino, a quanto risulta, aveva chiamato il 112 già altre due volte: la prima per denunciare il danneggiamento delle piante condominiali da parte della stessa G.G., la seconda volta per riferire minacce.
Una settimana più tardi era stata una passante sconosciuta ad intervenire, dopo un’aggressione in strada. Così l’anziana ricorda l’accaduto: “Mi ha vista sul marciapiede, è scesa dall’auto e mi ha presa per i capelli. Ha iniziato a tirarli, c’era una signora davanti a me e le ho detto di chiamare i carabinieri”. A parte le violenze, la settantenne descrive vari “dispetti” di cui sarebbe stata artefice l’imputata. In un’occasione, rincasando, aveva trovato la serratura dell’alloggio piena di mastice: “Ho dovuto chiedere aiuto per smontare la serratura” ricorda.
La signora suppone che all’origine dell’ostilità della sua conoscente ci sia qualcosa accaduto nel periodo in cui le due si frequentavano più spesso, andando insieme al cimitero: G.G. l’avrebbe accusata, a un certo punto, di aver “disturbato” la tomba di un suo congiunto morto in tenera età. “Non so cosa intendesse, - aggiunge l’autrice della querela - ma se l’è presa con me dicendo che era andata dai carabinieri e in Comune e che sarebbero dovuti venire a controllare le cantine”.
Il 16 ottobre il giudice ascolterà altri testi convocati dalle parti.
Andrea Cascioli

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