Cambio di giudice atteso nel processo che vede imputato a Cuneo Giulio Golia
L’inviato delle “Iene” di Italia 1 è stato denunciato per diffamazione da un tecnico ortopedico di Savigliano: oggetto del processo è un servizio tv del 2018C’è uno stop momentaneo nel processo che vede imputato davanti al tribunale di Cuneo il noto inviato della trasmissione “Le Iene” Giulio Golia.
Il giudice Emanuela Dufour, cui è stato assegnato il fascicolo, si è dichiarata incompetente perché nell’ambito dello stesso procedimento aveva già disposto il rinvio a giudizio in qualità di giudice per le indagini preliminari. Il prossimo 27 maggio è attesa quindi la riassegnazione a un altro magistrato.
Golia si trova a rispondere di diffamazione a seguito della querela presentata Silvio Galfione, tecnico ortopedico di Savigliano. Oggetto delle imputazioni è il servizio dal titolo “L’uomo a cui hanno rubato le gambe” che il programma di Italia 1 aveva trasmesso nella puntata del 21 ottobre 2018, raccontando la vicenda del trevigiano Fulvio Marotto: ex artigiano oggi cinquantenne, nel 2003 Marotto aveva contratto una grave infezione da meningococco e subito l’amputazione di entrambe le gambe. Poiché trovava poco funzionali le protesi fornitegli, aveva sfruttato la sua abilità professionale per costruirsene un paio da solo, con l’aiuto di un amico che solo l’anno dopo era stato amputato a sua volta a causa di un incidente in moto.
L’invenzione aveva suscitato l’interesse di vari esperti del settore, compreso Galfione: all’intervistatore delle Iene Marotto riferiva di aver accettato di mostrargli come costruire quel modello di protesi, vincolandolo a un patto di riservatezza. In seguito, però, l’ortopedico avrebbe continuato da solo lo sviluppo e brevettato l’invenzione all’insaputa dell’artigiano. Nello stesso servizio era stato intervistato anche Galfione, il quale affermava di non aver defraudato Marotto della sua invenzione: l’ispirazione gli sarebbe venuta da uno studio americano che però, secondo Golia, sarebbe stato pubblicato solo dopo la registrazione del brevetto da parte del professionista 60enne.
Il commento dell’inviato “da una parte abbiamo il classico inventore e dall’altra il classico furbetto che, fiutato il business, si è intascato l’idea” è stato ritenuto diffamatorio da parte del saviglianese, il quale ha denunciato l’autore del servizio e si è costituito in giudizio come parte civile.
Andrea Cascioli
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