La telecamera riprende il furto al distributore, ma i volti non si vedono: tutti assolti
I tre rumeni imputati erano stati indagati per una serie di “colpi” tra i benzinai del Saviglianese. Fra denunce ritirate e archiviazioni, nessun verdetto di condannaLa telecamera c’era, ma le immagini sono indistinguibili. Tanto è bastato per assolvere i tre imputati di un furto ai danni di un distributore di benzina nel comune di Savigliano. M.N., V.N. (oggi detenuto per altra causa) e M.T., tutti cittadini romeni, erano a processo per un episodio risalente al novembre 2019.
I sospettati erano stati identificati e arrestati, in seguito, perché ritenuti responsabili di un “colpo” in un bar di Moretta e di altri due furti presso un distributore di Scarnafigi. Rispetto a quanto accaduto a Savigliano, sulla strada provinciale verso Marene, c’era “solo un aspetto indiretto di analogia tra i vari elementi”, come precisato dal luogotenente dei carabinieri Francesco Gramaglia.
In particolare, si vedeva al braccio di una delle due persone travisate una profonda ferita, compatibile con quella riportata da V.N. sul luogo di un altro furto: su quella scena erano state rinvenute anche tracce ematiche. Troppo poco, tuttavia, per arrivare a un’identificazione completa, malgrado i controlli eseguiti sul telefonino del sospettato: “Non abbiamo trovato altri riscontri, - ha ammesso il carabiniere - se non sul modus operandi: l’orario notturno, la presenza di due soggetti travisati che spesso infrangevano vetrine per appropriarsi del fondo cassa o di beni”.
Alla luce di quanto è emerso in istruttoria, il pubblico ministero Gianluigi Datta ha chiesto l’assoluzione per tutti e tre gli imputati. Alle conclusioni si sono associate le difese, rappresentate da Leonardo Roberi e Francesca Botto: il giudice Emanuela Dufour ha infine assolto gli imputati per non aver commesso il fatto. Fra i tredici episodi per cui si è indagato, questo è l’unico in cui si sia arrivati a sentenza. In un altro caso era stato raggiunto un accordo per la remissione di querela, mentre per undici accuse è stata chiesta l’archiviazione per mancanza di prova.
Andrea Cascioli
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