“Non parcheggiare sul posto dei disabili”: scoppia la baruffa tra i clienti di un bar
Il caso a Caramagna Piemonte. In tribunale l’accusato si difende: “L’ho solo afferrato per le mani, dicevo anche a mio figlio di non mettere l’auto lì”Nasce da un’animata discussione tra due avventori abituali di un bar, a Caramagna Piemonte, l’accusa che ha portato a processo per lesioni G.A., camionista, classe 1957. A denunciarlo è un altro cliente del locale dove era solito recarsi, che ha riportato lesioni a un tendine della mano sinistra.
Tutto sarebbe nato, confermano il barista e altri testimoni, da una lite su un parcheggio. “G.A. ha da ridire su tutte le macchine che posteggiano sul posto degli invalidi, quando c’è una piazza libera piena di parcheggi” spiega uno dei clienti: “Si è arrabbiato addirittura col figlio, - aggiunge - perché aveva parcheggiato lì per un minuto”. L’accusato, dal canto suo, afferma di aver avuto da ridire con chi l’ha poi querelato proprio per quel motivo: “Non ho nessun tipo di rapporto con lui. Era una persona che vedevo al bar, con l’abitudine di mettere la macchina nel posto dei disabili. Ho sempre rimproverato tutti quelli che lo fanno, soprattutto mio figlio”.
A divergere è la versione fornita dai due riguardo alla dinamica dei fatti. G.A. racconta di essere entrato nel bar, quella sera, solo per parlare con il titolare: l’altro cliente, sostiene, “ha iniziato a importunarmi, dicendo che parlavo troppo forte”. Una scusa, secondo il camionista, per rifarsi dei rimproveri che lui gli aveva mosso in una precedente occasione: una parola tira l’altra, dopodiché il suo interlocutore si sarebbe alzato di scatto con le mani avanti. “Istintivamente gli ha afferrato le mani, onde evitare di essere colpito” dice il 68enne. Pochi secondo dopo sarebbe sopraggiunto il barista per separare i due contendenti: “È finita lì, dopodiché lui si è seduto e io sono andato a cena con mio figlio”. Anche due persone che si trovavano fuori dal locale, a breve distanza, affermano di aver assistito a quel breve “scambio di opinioni”: “Roba di cinque secondi” assicura uno di loro.
Diverso è invece il resoconto fornito da un amico della persona offesa, seduto al tavolo insieme a lui: “G.A. lo ha spinto e gli ha dato due pugni rapidi allo stomaco. Non so il motivo, ha insultato anche me” ricorda il teste. Lui pure concorda quanto all’origine degli screzi tra i due: “Aveva visto che prendeva il parcheggio dei disabili e si lamentava”. Dopo la baruffa, aggiunge il teste, il presunto aggressore si era allontanato col figlio, il suo amico invece era rimasto con lui ancora per una mezzora.
Terminata l’istruttoria, il giudice ha fissato al 21 maggio l’udienza per la discussione.
Andrea Cascioli
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