Prende per sbaglio la bici di una sconosciuta anziché quella dell’amico, lo denunciano entrambi
L’imputato, con precedenti per furto, era andato in farmacia a Racconigi. Uscendo ha confuso la bicicletta con quella di un’altra cliente ed è finito a processoUna vicenda da commedia degli equivoci, degna di un canovaccio teatrale. È quella di un uomo residente a Racconigi, S.B., finito a processo per due furti di biciclette che non erano tali.
La storia singolare è stata ricostruita stamane in tribunale a Cuneo, dove il maresciallo Silvano Tavella, all’epoca vicecomandante dei carabinieri racconigesi, ha spiegato come si fosse arrivati all’individuazione dell’ipotetico ladro, un soggetto con precedenti per furto. La prima denuncia era arrivata da una signora, recatasi nella farmacia di via Morosini in bicicletta. All’uscita, la bici che aveva appoggiato davanti ai portici era sparita. Di fianco ce n’era un’altra, abbastanza simile, ma sul momento lei non ci aveva badato.
Un’altra denuncia era arrivata, poco tempo dopo, da un residente che lamentava la scomparsa della sua bicicletta, lasciata nell’androne condominiale. Anche in quel caso era comparsa una bici che la presunta vittima non conosceva. Solo in tribunale il video di una telecamera ha fatto chiarezza: si vedeva S.B. arrivare con la bicicletta prestata da un amico, per conto del quale era andato a fare una commissione in farmacia. Uscendo, anziché riprendere la bici prestata aveva inforcato quella della signora: “Sono abbastanza simili, ma erano state lasciate in differenti direzioni” conferma il maresciallo.
Di qui la duplice denuncia, quella della cliente della farmacia e quella dell’amico che si riteneva derubato. Quest’ultimo, una volta chiarito l’equivoco, ha poi rimesso la querela. Per il restante capo d’imputazione il giudice Alberto Boetti ha assolto l’imputato perché il fatto non costituisce reato, come richiesto anche dal pubblico ministero Alessandro Bombardiere: “Dal filmato vediamo che l’imputato, buttata la sigaretta, entra in farmacia, poi esce e inforca la bici come se fosse la sua. È evidente che è più un errore che un furto, non c’è alcun movimento circospetto”. Identiche conclusioni quelle dell’avvocato Enrica Di Ielsi: “Non c’è intenzione di scambiare la bici: probabilmente non si sarà neanche ricordato che la sua l’aveva già parcheggiata in direzione opposta, verso l’abitazione dell’amico”.
Andrea Cascioli
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