Un cavallermaggiorese denuncia Achille Lauro per vilipendio alla bandiera italiana
Nel mirino di Giovanni Seia l'esibizione dell'artista al Festival di Sanremo: "Per difendere il tricolore sono morti centinaia di soldati"A quasi due settimane dalla sua conclusione il Festival di Sanremo continua a far discutere. La ‘censura’ dell’Eurofestival sulla canzone dei Maneskin e il totoconduttore per l’edizione 2022 continuano a tenere banco sulle pagine dei rotocalchi, ma c’è un altro argomento che non smette di creare discussioni. Si tratta della controversa esibizione di Achille Lauro dello scorso venerdì 5 marzo, quando il cantante veronese si è presentato sul palco dell’Ariston con la bandiera italiana sulle spalle prima e poi l’ha appoggiata al suolo prima di esibirsi sulle note delle sue hit 'Me ne frego' e 'Rolls Royce'.
Un gesto che non è andato giù a molti e da tutta la penisola sono arrivati messaggi di indignazione. In provincia di Cuneo, in particolare a Cavallermaggiore, c’è chi ha fatto di più, come Giovanni Seia, responsabile della Delegazione di Cuneo dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon , il quale ha denunciato il cantante alla Procura di Imperia per vilipendio alla bandiera. “Stiamo parlando di un fatto grave e riprovevole, che non può esser certo giustificato dal carattere “trasgressivo” dell’artista”, spiega.
“Per difendere quel Tricolore sono morti centinaia di migliaia di soldati e altrettanti italiani sarebbero pronti a farlo se si dovesse difenderlo ancora - scrive Seia nella denuncia -. L’uso vergognoso che è stato fatto del nostro tricolore rappresenta un annichilimento dei valori e dei principi su cui si fonda la nostra stessa repubblica. La nostra bandiera è il simbolo della nostra patria e del nostro Paese, la sintesi della nostra identità. Non solo. La nostra bandiera è la nostra storia, le nostre tradizioni, i nostri calori, la nostra cultura, la nostra lingua, le nostre famiglie. La nostra patria siamo noi italiani e il tricolore ci rappresenta”.
Il codice penale punisce espressamente il vilipendio alla bandiera all’articolo 292, che recita: “Chiunque vilipende con espressioni ingiuriose la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la multa da mille a 5mila euro. La pena è aumentata da 5mila a 10mila euro nel caso in cui il medesimo fatto sia commesso in occasione di una pubblica ricorrenza o di una cerimonia ufficiale”.
Ora spetterà alla magistratura stabilire se si è effettivamente trattato di vilipendio o se l’esibizione di Lauro rientra nei limiti dell’espressione artistica. Quella di Seia non è la prima denuncia nei confronti di Lauro. Nei giorni scorsi anche un carabiniere in congedo e oggi consulente del lavoro, al secolo Simone Tutino aveva sporto querela. Tra le reazioni più accese quella del Comandante dell’Accademia Militare di Modena, il generale Rodolfo Sganga, che aveva indirizzato al cantante una lettera di reprimenda.
Samuele Mattio
CAVALLERMAGGIORE bandiera - Tricolore - Vilipendio - Achille Lauro