Violenze sessuali sulla figlia di cinque anni, sotto accusa un racconigese
All’uomo si imputano anche maltrattamenti verso l’ex moglie. I parenti di lei parlano in aula: “Diceva che la bimba avrebbe dovuto abituarsi ad aprire le gambe”C’è anche un’accusa di violenza sessuale - nei confronti della figlia di cinque anni - tra le imputazioni che la Procura di Cuneo contesta a un uomo residente a Racconigi, denunciato dall’ex moglie nel 2020.
A raccontarlo era stata lei stessa, parlando di inquietanti “giochi” sotto la doccia con il papà, durante i quali l’uomo avrebbe cercato di costringere la piccola a subire approcci sessuali. All’epoca dei fatti i genitori vivevano separati già da alcuni anni e la bambina, che chiameremo Milena (nome di fantasia), avrebbe manifestato più volte la sua insofferenza verso il padre. Un episodio, in particolare, sovviene allo zio materno: “Ricordo che un giorno Milena mi disse: ‘Zio, come posso disegnare armi per uccidere qualcuno? Vorrei disegnare una spada, perché mi voglio difendere da papà’. Mi spiegò che il papà la picchiava e anche che la lasciava a lavare le stoviglie di casa, senza aiutarla”.
Già mesi prima, la bimba avrebbe parlato del fatto che il papà la picchiava sulle braccia e sulle gambe, quando era stanco e non voleva giocare con lei. Parole a cui la famiglia non aveva dato troppo peso: “Aveva dei lividi, ma pensavo potesse esserseli procurati giocando” ha spiegato la nonna. Lo zio crede che suo cognato si sentisse “in competizione” con la bambina fin da quando era nata, più in generale che il suo rapporto con la figlia fosse a tratti sconcertante: “Aveva l’abitudine di sollevarla e baciarla sulla bocca per diversi secondi. Una sera lo fece al termine di un concerto a cui avevamo assistito tutti insieme, dopo una cena al ristorante. Sua moglie gli disse che non era il caso e lui rispose ‘tanto prima o poi Milena dovrà abituarsi a baciare e ad aprire le gambe’. Lei aveva appena un anno”.
Di qui la ritrosia crescente che la bambina avrebbe maturato nei rapporti col padre, soprattutto dopo la separazione: a un certo punto, sostengono i nonni materni, non voleva andare all’asilo per paura che il padre venisse a prenderla. Anche loro dicono di aver saputo dalla nipote che il papà la costringeva a “giocare” sotto la doccia: “Mi chiese se anche io facessi queste cose con le mie figlie e disse che il papà l’aveva toccata spesso sulla patatina” riferisce il nonno. Sempre a casa dei nonni si sarebbe verificato un ulteriore episodio, su cui ha deposto la zia: “Le avevamo regalato una moto giocattolo per il suo compleanno. Era molto contenta, a un certo punto però è scesa piangendo e dicendo che sentiva bruciore alle parti intime, perché il papà le aveva fatto il bidet sfregando molto forte”.
Un altro aspetto di cui la bimba sarebbe stata testimone riguarda i presunti maltrattamenti alla madre, il secondo capo d’imputazione contestato al racconigese. Fin dall’età di due anni, Milena avrebbe raccontato ai parenti che il papà “fa tettè” alla mamma, mimando il gesto delle percosse. “Quando me l’ha detto, mi sono tornati in mente i lividi che avevo visto su mia figlia durante il matrimonio” afferma la nonna: “Li vedevo in particolare sulle braccia: lei una volta diceva di aver battuto, un’altra volta di essersi pizzicata in una porta. Ricordo che in un’occasione aveva un foulard al collo, quando lo aveva spostato avevo visto i segni”. Violenze fisiche che si sarebbero alternate a umiliazioni verbali, sempre secondo i parenti di lei: “Durante i pranzi in famiglia, - spiegano i cognati - rivolgeva a sua moglie frasi come ‘se fossi magra mi faresti più sesso’. Ancora di recente la bambina ci ha raccontato che secondo il papà deve fare attenzione a non mangiare troppo, altrimenti diventa grassa come la mamma e la zia”.
L’8 novembre prossimo i giudici ascolteranno la testimonianza di una dei consulenti.
Andrea Cascioli
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