Santa Chiara, un gioiello riscoperto: ecco le straordinarie immagini del restauro (GALLERY)
L’ex chiesa nel centro storico di Cuneo sta tornando all’antico splendore, grazie a un team di restauratrici. Affreschi e stucchi della cupola sono già completatiTornerà a brillare la settimana prossima, nel vero senso della parola, la cupola della ex chiesa di Santa Chiara a Cuneo: tra pochi giorni infatti verranno montati i fari per illuminarla. Nell’edificio barocco in via Savigliano, all’angolo con via Cacciatori delle Alpi, dallo scorso marzo un team di restauratrici della Lithos di Venezia lavora senza sosta, per riportare all’antico splendore affreschi, stucchi e decorazioni: “Non siamo di Cuneo, ma ci siamo accorte che questa chiesa è rimasta nel cuore di tutti” dicono le professioniste.
La loro fatica certosina finalmente dà i primi risultati evidenti. Durante lo scorso sopralluogo dei consiglieri comunali, tenutosi a fine settembre, erano ancora in corso i restauri del grande affresco sulla sommità. Ora l’intero tamburo della cupola è stato restaurato e si sta cominciando a operare sui pennacchi, dove emergono altre cromie. L’aspetto più stupefacente del restauro è proprio la riscoperta dei colori originali delle immagini dipinte, in alcuni casi di interi affreschi che erano stati celati: “Abbiamo trovato dipinti su tela che hanno coperto affreschi molto ammalorati: questi erano stati attaccati dai sali ed era quasi scomparso il disegno” racconta Sara Chemello, una delle restauratrici impegnate insieme ad Alessandra Scarano e Elena Chiriotto.
Prima di tutto si è proceduto a rimuovere i sali e il guano di piccione. Per i primi si è optato per un’estrazione con carta giapponese, applicata con acqua demineralizzata: in questo modo i sali sono passati dalle superfici pittoriche alla carta velina, fino al distacco. Nelle parti più ammalorate, già mappate in precedenza, si è arrivati anche a “ricreare” alcuni frammenti delle immagini ormai perduti. Una mappatura dei colori originali ha fatto da guida e gli affreschi sono stati consolidati sia in superficie che in profondità, con l’utilizzo di una malta. Per la pulitura si è fatto ricorso un tensioattivo e poi ad impacchi con polpa di cellulosa e carbonato di ammonio: particolare attenzione è stata dedicata agli incarnati, le parti più delicate. Una sorpresa ulteriore, spiega la restauratrice, è emersa dalla cupola: “Si è scoperto che gli stucchi erano dorati, ma solo qui la doratura è stata trovata in buono stato”.
Non sono state invece riportate alla luce le pitture che il restauro dei salesiani nel 1965 avevano occultato: con una tecnica di descialbo si sarebbe potuto far emergere ciò che è stato nascosto, ma i limiti di budget non lo consentivano. Si è optato quindi per una scelta conservativa che non precluderà, in futuro, la possibilità di far emergere lo strato sottostante. La disponibilità economica - l’intervento è finanziato con 570mila euro, di cui 456 mila provenienti dal Fondo per la Cultura e 114 mila da risorse interne del Comune - ha imposto alcune scelte anche riguardo al restauro della facciata: “Abbiamo preferito, visto l’aumento dei costi interni, non intervenire all’esterno sul cornicione” fa sapere l’architetto Claudio Ellena, responsabile del progetto. Tuttavia, alla facciata principale e a quella su via Cacciatori delle Alpi bisognerà mettere mano: “Quello che è stato trovato è forse peggio di ciò che ci si aspettava” ammette il progettista. È previsto in particolare un intervento sull’angolo ovest della facciata, da dove hanno avuto origine ampie infiltrazioni che hanno intaccato la prima cappella a destra. La settimana prossima verrà aperto anche il sottotetto, per verificare lo stato della copertura e le eventuali altre infiltrazioni.
Rispetto ai tempi indicati in precedenza, quando si pensava di ultimare il restauro entro l’anno, la consegna slitterà probabilmente di un mese: “Siamo comunque all’interno dei tempi previsti da contratto” afferma Ellena. A restauri ultimati, la “nuova” Santa Chiara - insieme alla conservatoria del Teatro Toselli - verrà affidata in gestione per 25 anni alla cooperativa sociale Il Melarancio, vincitrice di un bando apposito di Confcooperative. L’obiettivo è farne un “hub teatrale” pensato soprattutto per i giovani, con occasioni di incontro, performances, laboratori ed eventi.
Andrea Cascioli
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