Si avvia alla chiusura con un grande successo il Ponte del Dialogo a Dronero
Al Monastero di Sant’Antonio appuntamento con i libri che parlano di cicloturismo. Ottima occasione per scoprire il suo chiostroUn successo superiore ad ogni aspettativa quello che sta ottenendo il festival “Ponte del Dialogo” a Dronero: nei primi tre giorni più di 1.600 presenze, e tra oggi e domani avranno luogo alcuni degli appuntamenti più attesi: Gianluca Gotto, Ugo Nespolo, Davide Longo, Tiziana Ferrario. La città è stata molto apprezzata da scrittori provenienti da ogni parte d’Italia.
Domani, alle 11, il Festival diffuso coinvolgerà lo splendido Monastero di S.Antonio, sulla strada che da Dronero porta a Castelletto di Busca. Lì saranno presentati i volumi “Pedalando fra le aquile” di Ermanno Giraudo e Giovanni Panzera e “La Val Maira in mountain bike” di Sara Marino e Mariano Icardi. Per chi lo desidera, sarà possibile pranzare all’Ostello del Monastero, con un menù a 15 euro (previa prenotazione al n. 338 5712724). Nel pomeriggio, a partire dalle ore 14.30, visite guidate al monastero grazie ai Volontari per l’arte, su prenotazione ( tel. 3398195496).
Il pomeriggio di domenica offrirà anche l’incontro con l’artista Ugo Nespolo (Teatro Iris, ore 17), con lo scrittore Davide Longo che si presenterà al pubblico facendo le ravioles della valle Varaita insieme a Katia Giordanino (Palazzo Savio, ore 18.15 o in caso di maltempo in Sala Chegai). Gran finale con Tiziana ferrario la sera, alle 21, nel teatro Iris.
Ma torniamo al Monastero di Sant’Antonio, che ha una storia davvero interessante, che merita di essere approfondita. Accoglieva monache dell’ordine benedettino-cistercense, venne fondato fra il 1135 e il 1170 per volontà dei marchesi di Busca. Con l’abbazia di Staffarda (1135) è il più antico dei cenobi cistercensi del Piemonte sud-occidentale. Tra le varie badesse merita ricordare Isabella “De’ Burgo” della nobile famiglia dei Costanzia di Costigliole cui appartenne anche l’abate Giorgio di Villar S. Costanzo cui dobbiamo la costruzione della pregevole cappella funeraria con gli affreschi di Pietro da Saluzzo. Isabella svolse opera meritoria restaurando gli edifici e difendendo i diritti del Monastero contro il comune di Dronero e poi contro il vescovo di Alba che aveva ottenuto dal Papa Innocenzo III la soppressione del priorato di S.Maria degli Olmi (1488) e annesso i relativi beni alla mensa vescovile di Alba. La lite finì nel 1499 con la sconfitta di Isabella. Morì nel 1511, lo stesso anno in cui la marchesa di Saluzzo ottenne da Papa Giulio II l’erezione in diocesi della Città; con la stessa bolla il Papa sopprimeva il monastero di S.Antonio nel quale si erano trasferite le monache del Gerbo. Il vescovo di Saluzzo prese per sé il titolo di Parroco di S. Antonio Abate, inviando sul luogo un vicario. Da quel momento il complesso monastico conobbe radicali trasformazioni per adattarlo a civile e rustica abitazione; si intervenne pesantemente sulle strutture conservando soltanto il chiostro e parte del porticato.
La zona fu divisa in cascine di varia dimensione affittate o tenute a mezzadria soggette a tasse civili e decime ecclesiastiche. Nell’edificio attiguo alla chiesa venne sistemato un alloggio per il vescovo da utilizzare per le visite pastorali e le ferie estive. Nel 1846 la frazione di Monastero di Dronero contava circa 1000 abitanti e aveva perciò in residenza stabile un chirurgo flebotomo per le necessità della popolazione. L’ultimo vicario, don Alessandro Marino, morì nel 1999 e la parrocchia fu affidata all’arciprete di Dronero. Grazie al generoso lascito di don Marino, sotto la direzione dell’architetto Claudio Ellena, sono stati effettuati vari lavori di recupero dell’intero complesso anche con il concorso gratuito di volontari locali. E’ stato restaurato il chiostro e nella vecchia stalla, accuratamente recuperata, ha trovato posto una sala polivalente intitolata a don Marino. Dal 2015 la struttura è stata aperta al pubblico con visite guidate gestite da volontari.
d.b.
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