Vive l’Empereur! Cuneo diventa “città napoleonica” e prepara un itinerario a tema
La federazione riunisce 54 città europee. A fondarla è stato Charles Bonaparte, erede dell’imperatore corso, presente in municipio per la firma insieme alla sindacaDai Savoia ai Bonaparte, proprio come nel 1796, dopo la firma dell’armistizio di Cherasco, e di nuovo nel 1800 con la battaglia di Marengo. Questa volta sono bastati appena due mesi a Cuneo per “passare” dagli eredi sabaudi a quelli dell’imperatore corso. La visita di Charles Bonaparte a Cuneo, però, non ha portato con sé alcuna polemica, a differenza di quella che Emanuele Filiberto aveva tributato a Valdieri nel settembre scorso. Anzi, ad accogliere il discendente diretto di Gerolamo Bonaparte, fratello di Napoleone, c’erano la sindaca Patrizia Manassero col vicesindaco Luca Serale, delegato ai Rapporti internazionali, e anche l’assessore regionale alla Montagna Marco Gallo.
L’occasione era la firma dell’adesione di Cuneo alla Federazione europea delle città napoleoniche (Fecn), fondata vent’anni fa proprio da Charles Bonaparte e presieduta da Vincent Chauvet, sindaco di Autun. La rete riunisce ad oggi 54 città di 12 Paesi europei e numerose istituzioni culturali, tra cui il Palazzo Reale di Milano. Dal 2015 ha avviato un itinerario culturale, riconosciuto dal Consiglio d’Europa: si chiama Destination Napoleon e ha lo scopo di mettere in rete e valorizzare il patrimonio storico-artistico legato alla memoria napoleonica.
“Fra le azioni necessarie, quando si diventa membri dell’itinerario Destination Napoleon, c’è la creazione di un circuito urbano” spiega Eleonora Berti, direttrice del progetto: proprio questo pomeriggio viene “testato” il percorso turistico proposto da Cuneo, con la collaborazione di istituzioni come il Museo Diocesano diretto da Laura Marino. L’itinerario può comprendere, in modo più ampio, anche luoghi dove Napoleone non si è mai recato in vita ma che sono in qualche modo connessi con la sua epoca storica. La città inglese di Plymouth, per esempio, ne ha creato uno valorizzando una serie di punti che il condottiero avrebbe potuto vedere se solo gli fosse stato concesso di scendere dal veliero Bellerofonte, dove i suoi carcerieri britannici lo stavano scortando verso l’ultimo esilio di Sant’Elena.
Cuneo, da questo punto di vista, parte avvantaggiata. A Napoleone è legata infatti una profonda rigenerazione urbanistica che la trasformerà da piazzaforte militare a capoluogo del dipartimento dello Stura, antesignano dell’attuale provincia Granda. Al funesto abbattimento delle mura - realizzato a spese dei malcapitati abitanti, che si rifaranno sul governo francese saccheggiandone i materiali - e agli espropri di chiese e beni ecclesiastici seguono infatti la redazione del primo piano regolatore urbanistico, nel 1802, la fondazione della biblioteca civica (la prima in Piemonte), del teatro, del liceo classico, del cimitero. Ma anche altri avvenimenti, come il celebre soggiorno in città di Pio VII, arrestato nel 1809 dai francesi e ospite per l’occasione del maire Filippo Lovera di Maria, nel suo palazzo di via Roma. Qui, nelle scale che portano all’ufficio elettorale del Comune, è murata una lapide che ora l’amministrazione vorrebbe restaurare e ricollocare in un punto più visibile.
Un primo passo nella valorizzazione delle memorie “napoleoniche” della città, estese anche alla gastronomia. Pochi sanno, ad esempio, che il gianduiotto nacque a seguito del blocco continentale decretato dall’imperatore nel 1806. Il divieto, opposto alle importazioni di merci dalle colonie britanniche, impose ai maestri cioccolatieri di aguzzare l’ingegno: di qui la creazione di una ricetta a base di nocciole che doveva servire a “risparmiare” sul cacao e lo zucchero. Per questo, dice oggi il “rifondatore” del brand Venchi Giovanni Battista Mantelli, il gianduiotto è “un’icona dolciaria forgiata dalle restrizioni napoleoniche”.
“Questo progetto, riconosciuto dal Consiglio d’Europa, è un’opportunità che vogliamo cogliere insieme alle realtà del territorio cuneese che volessero partecipare” commenta la sindaca Manassero, ricordando come solo ieri (venerdì 29) il Comune abbia rinnovato il suo sessantennale gemellaggio con Nizza e siglato l’Alleanza Transfrontaliera delle Alpi del Sud: “La sottoscrizione dell’adesione - aggiunge - è un passaggio con un valore importante per le prospettive di conoscenza e sviluppo culturale della città”. In tema di rapporti con la Francia, il vicesindaco Serale ricorda anche la partnership con il comune di Clermont Ferrand, la città della Michelin, grazie alla quale nel 2026 Cuneo organizzerà una convention internazionale con delegati da tutto il mondo.
Nessun intento “nostalgico”, assicura Charles Bonaparte. Lui, figlio del capo di casa Bonaparte e sposato con una principessa dei Borbone delle Due Sicilie, è un repubblicano convinto ed è stato vicesindaco di Ajaccio con i socialisti. Il titolo di pretendente bonapartista al trono di Francia, infatti, lo ha ceduto al figlio Jean-Christophe, trentottenne, che per i legittimisti è ora Napoleone VII. Del suo avo, Charles apprezza soprattutto l’eredità rivoluzionaria, quella degli anni del consolato e delle riforme: “L’importanza di Napoleone nella storia della Francia e dell’Italia è legata agli ideali di libertà, fratellanza e uguaglianza che a partire dalla Francia si diffondono in tutti i Paesi europei. È per questo che, quando sono stato vicesindaco di Ajaccio in Corsica, ho voluto unire nella federazione le città europee segnate dal passaggio di questo personaggio così complicato e interessante”.
Andrea Cascioli
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