"Il sogno parigino"
Domenica 5 maggio a Casa Francotto si inaugura la personale del fotografo Aldo GallianoDomenica 5 maggio, alle 17.30, a Casa Francotto, si inaugura “Il sogno parigino”, personale di Aldo Galliano a cura di Sergio Brocchiero. La mostra, che nel titolo omaggia il surrealismo, nell'anno del suo centenario, e la vita notturna parigina di quegli anni, presenta sessantadue nature morte che Galliano, fotografo originario di Costigliole Saluzzo, allestisce nel suo studio con manichini, scarpe, piume e altri oggetti legati al mondo della seduzione femminile dando vita a immagini oniriche e dalla forte carica erotica: “immagini da ascoltare” capaci di evocare in chi le osserva echi e messaggi legati al mondo dell'inconscio. Per saperne di più abbiamo fatto qualche domanda all'autore.
“Il sogno parigino” è un titolo significativo nel centenario del surrealismo. Come nasce questo nuovo lavoro fotografico?
“Ho iniziato questo lavoro nel 2022 non pensando minimamente all'anniversario del surrealismo, ma il fatto che l'inaugurazione coincida con il centenario è certamente un valore aggiunto. Fin dall'inizio del progetto, la cui ispirazione nasce principalmente dalla lettura di un romanzo sulla vita di Modigliani ed il suo trascorso parigino, ho subito una forte influenza surrealista che mi ha portato a approfondire il pensiero di Breton ed il suo affascinarsi alla lettura de 'L'interpretazione dei sogni' di Freud”.
Manichini, scarpe, cappelli, piume, reggicalze e altri oggetti spesso associati alla sensualità femminile sono il soggetto di nature morte oniriche dalla forte carica erotica. Potremmo parlare di una messinscena che gioca sul sogno per evocare immaginari e pulsioni legati al mondo dell'inconscio. Le hai definite “immagini da ascoltare”. Perché?
“Credo che la miglior risposta alla tua osservazione sia contenuta nelle parole del professore Enrico Perotto: 'Maschere femminili, bijou, stoffe, fiori, candele ed altri oggetti vari sono caratteristici di un repertorio di desideri simbolici collegati all’eterno femminino, assemblati ad arte per comporre un set fotografico fascinoso in bianco e nero, che emana il sottile profumo di un sogno di bellezza e di passione e che appartiene a tempi trascorsi di incanti amorosi, quali quelli esotici di Baudelaire (là dove 'tutto è lusso, calma e voluttà'), o quelli raffinati della Belle Epoque alla Boldini o ancora quelli trasognati del mondo di Fellini...'. Invece, per quanto riguarda la definizione 'Immagini da ascoltare” si può dire sia nata insieme al progetto. É stato il curatore Sergio Brocchiero a definirle tali facendo riferimento alla quantità di messaggi che queste immagini riescono a trasmettere e alle sfumature che evocano nello spettatore”.
Le fotografie sono state realizzate con una Hasselblad e con una Mamiya. Della Hasselblad, e del rapporto che hai con le tue macchine fotografiche, mi avevi già parlato in una precedente intervista (QUI). Alla luce di quanto ci eravamo detti allora, ti chiedo: la fotografia non è, di per sé, un gioco di seduzione già nel momento in cui il fotografo sceglie di premere il pulsante di scatto?
“Si, ho utilizzato la Hasselblad 500 cm e la Mamiya RB 67, ma quello che per me è stato fondamentale, a differenza di altri miei progetti, è stato lavorare con la pellicola. L'analogico, infatti, mi ha permesso di concentrarmi di riflettere, di ragionare sullo scatto...Insomma di essere molto meditativo. Con una macchina fotografica digitale non credo ci sarei riuscito, o almeno non allo stesso modo. Io penso - e non sono l'unico ad affermarlo- che in fondo, sì, fotografiamo quello che ci piace o ci colpisce. Poi, personalmente ho bisogno di stampare fisicamente quello che fotografo perché poter toccare le stampe, per me, è una sorta di promemoria per rivivere tutte le sensazioni e emozioni sperimentare al momento dello scatto”.
“Il sogno parigino”
5-26 maggio 2024
Orari: sabato e domenica dalle 15.30 alle 19.00
Ingresso libero
Inaugurazione domenica 5 maggio alle ore 17. Interverranno il curatore Sergio Brocchiero, l'artista Aldo Galliano, la presidente di Cuneofotografia Grazia Bertano e la giornalista Vanna Pescatori.
Francesca Barbero
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