Curiosità: nessun pericolo di estinzione per il Maggiolino della Volkswagen
Avvistato a Bra un esemplare anche dopo che la casa tedesca ha cessato la produzione della sua icona
Buone notizie per i nostalgici: anche se dopo 80 anni la Volkswagen ne ha interrotto definitivamente la produzione, il Maggiolino non è in pericolo di estinzione. Lo sanno bene a Bra dove, nel pomeriggio di domenica 21 luglio, è stato avvistato un esemplare dall’inconfondibile design. Un’icona che fino ad oggi, pur cambiando pelle, è sempre rimasta se stessa, superando indenne guerre, rivoluzioni e persino il passare del tempo.
Poche vetture ci sono riuscite, forse solo lei. Non servono tante presentazioni e nemmeno album dei ricordi per descrivere il sogno che ha affascinato più di 22 milioni di automobilisti. La storia del modello inizia, ovviamente, in Germania. Fu durante l’epoca nazista che venne prodotto il primo esemplare, che all’epoca si chiamava Typ1. L’obiettivo era realizzare la cosiddetta macchina del popolo, quella tanto decantata dal Führer. E così, il Maggiolino divenne il mezzo di trasporto prediletto della classe media tedesca, un po’ come la 500 per noi italiani. Nel 1938 venne costruita la prima fabbrica della Volkswagen, sempre per volere di Hitler. È proprio durante questo periodo che viene chiesto a Ferdinand Porsche di progettare un’auto che possa fare concorrenza alla Ford T, che stava letteralmente sbancando in America. Arrivò poi la Seconda Guerra Mondiale e la produzione da parte della casa di Wolfsburg si interruppe. Fu negli anni ‘60 che il Maggiolino ebbe il vero boom di vendite, quando divenne l’automobile simbolo degli Hippy. Successivamente, fu anche protagonista di un film, “The Love Bug”, dal quale Walt Disney trasse ispirazione per il suo capolavoro: “Un Maggiolino tutto matto”. Il resto è storia dei giorni nostri, una storia che ha visto il Maggiolino segnare un’epoca e che è ben lungi dal dire addio. Perché le vere leggende non muoiono mai.
Poche vetture ci sono riuscite, forse solo lei. Non servono tante presentazioni e nemmeno album dei ricordi per descrivere il sogno che ha affascinato più di 22 milioni di automobilisti. La storia del modello inizia, ovviamente, in Germania. Fu durante l’epoca nazista che venne prodotto il primo esemplare, che all’epoca si chiamava Typ1. L’obiettivo era realizzare la cosiddetta macchina del popolo, quella tanto decantata dal Führer. E così, il Maggiolino divenne il mezzo di trasporto prediletto della classe media tedesca, un po’ come la 500 per noi italiani. Nel 1938 venne costruita la prima fabbrica della Volkswagen, sempre per volere di Hitler. È proprio durante questo periodo che viene chiesto a Ferdinand Porsche di progettare un’auto che possa fare concorrenza alla Ford T, che stava letteralmente sbancando in America. Arrivò poi la Seconda Guerra Mondiale e la produzione da parte della casa di Wolfsburg si interruppe. Fu negli anni ‘60 che il Maggiolino ebbe il vero boom di vendite, quando divenne l’automobile simbolo degli Hippy. Successivamente, fu anche protagonista di un film, “The Love Bug”, dal quale Walt Disney trasse ispirazione per il suo capolavoro: “Un Maggiolino tutto matto”. Il resto è storia dei giorni nostri, una storia che ha visto il Maggiolino segnare un’epoca e che è ben lungi dal dire addio. Perché le vere leggende non muoiono mai.
Silvia Gullino
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